Un tema ancora troppo poco conosciuto e troppo poco valorizzato. E’ stato un vero e proprio viaggio alla scoperta del “welfare aziendale”, quello condotto ieri presso il Mediterranea hotel, nel corso del convegno organizzato dall’Ordine dei consulenti del lavoro di Salerno e provincia, da Unica (Unione nazionale italiana delle meicro e piccole imprese del commercio, dei servizi e dell’artigianato) e dall’Enbic (Ente bilaterale confederale).
Un evento che ha visto susseguirsi gli interventi degli esperti del settore che hanno provato a tracciare un profilo di questo nuovo stumento, ancora poco utilizzato in Italia (solo il 3% delle aziende lo applica, a fronte del dato del 33% su scala europea), complice anche la scarsa e poco chiara legislazione in materia, e il cui scopo primario è quello di mettere a disposizione dei lavoratori – da parte dell’azienda – una ricca rete di servizi, che possa contribuire anche a conciliare vita lavorativa e vita privata coinvolgendo le famiglie.
Al convegno ha preso parte anche il segretario nazionale della Cisal Terziario, Vincenzo Caratelli che ha sottolineato anche come il sindacato di cui fa parte è, oggi, uno di quelli comparativamente più rappresentativi a livello nazionale. Una circostanza, questa, di fondamentale importanza anche nell’ottica dell’applicazione proprio della misura del “welfare aziendale”. Nel corso del suo intervento, il segretario Caratelli ha posto l’attenzione sulla necessità di «dar vita ad uno strumento aziendale che sia concreto e stabile e non ad una elargizione di soldi a pioggia». Da questo punto di vista – ha poi specificato – «è importante anche il principio della meritocrazia, troppo spesso accantonato». A parere del numero uno della Cisal Terziario, punto focale è capire in quale direzione stiano andando le imprese e quelle che sono le loro esigenze e per questo, dice, «nella contrattazione collettiva bisogna tenere in considerazione il territorio e affrontare la realtà, anche se ormai si fa fatica a seguire le dinamiche dal momento che, quotidianamente o quasi, escono circolari che, puntualmente, smentiscono le precedenti».
Per il vicepresidente di Enbic Salerno, nonché segretario regionale della Cisal Terziario, Giovanni Giudice – che ha avuto il compito di introdurre il delicato argomento – «il welfare è propedeutico alla contrattazione aziendale. Il risparmio salariale viene investito in modo differente all’interno delle aziende. Con questa misura, una parte del salario può essere redistribuita al lavoratore, sotto forma di rete di servizi dalla quale attingere. L’applicazione del welfare aziendale può risultare decisiva in una situazione economica che non è certamente in una sua fase ottimistica, nonostante ciò che i rappresentanti istituzionali dicono in proposito».
I lavori sono stati aperti dal presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Salerno e provincia, Carlo Zinno, e sono stati moderati dal professore Armando Lamberti, docente ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università degli studi di Salerno. Nel corso della mattinata di confronto, sono intervenuti con i loro contributi: Alessandro D’Amico (Unica formazione); Lorenzo Ioele, ordinario di Diritto del lavoro e della previdenza sociale presso l’Università di Salerno, che ha parlato di “Problematiche giuridiche sul welfare aziendale”; Pasquale Visconti, consigliere dell’Ordine degli avvocati di Salerno, che ha affrontato il tema della “Applicabilità del contratto tra libertà sindacale e maggiore rappresentatività” e Pier Corrado Cutillo, presidente nazionale di Unica, che ha discusso di “Welfare e C.i.a. = Contratto integrativo aziendale.