Giugno 2016, appuntamento elettorale a Napoli in quella che è probabilmente la Capitale del Sud: per storia (indiscutibile), tradizione (indelebile) e potenzialità (troppo poco espresse, il lato negativo quando si guarda al futuro).
Non solo la città partenopea, al voto tante altre città del Sud e soprattutto centinaia di comuni sparsi in tutte le Regioni meridionali: 151 in Campania, 97 in Calabria, 76 in Abruzzo, 61 in Puglia, 31 in Molise, 27 in Sicilia, 27 in Basilicata.
Farà poca differenza se gli elettori chiamati alle urne saranno quelli dei capoluoghi di provincia (Crotone, Isernia, Salerno per citarne alcuni) o quelli del piccolo comune di Calascio (L’Aquila), 105 anime. Per tutti sarà importante “rispondere presente”.
L’invito al voto di SudLavoro.it non è endorsement per nessuna parte politica, ma per la partecipazione popolare.
La dignità alla propria vita, ad un posto di lavoro, ad un’esistenza soddisfacente passano proprio per l’esercizio dei propri diritti. I dati non incoraggianti del referendum di Aprile devono essere superati da una vera e propria rivendicazione della voglia di decidere e farsi sentire, soprattutto se in un contesto territoriale.
E’ dal basso che parte qualsiasi movimento di cambiamento, è dal nostro comune o quartiere che deve affermarsi il desiderio di riscatto.
La questione è arcinota, la dissaffezione alla politica nasce dalle promesse tradite e da una casta che si arrocca su interessi privati in contrasto con quanto la cosa pubblica dovrebbe richiedere.
E’ però in questi momenti che se si vuole cambiare davvero è necessario trovare la forza per andare al voto e – perché no? – impegnarsi in prima persona per la propria terra.
Se si vuole davvero cambiare, questo è il momento giusto.
“Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico“ (art. 48 della Costituzione Italiana).