Gli anni settanta vissuti dalla “parte sbagliata”, considerata dagli altri il male assoluto, è la trama del romanzo “Vittoria” di Annalisa Terranova.
Presentato ieri sera al Teatro Ghirelli di Salerno, racconta l’infanzia e l’adolescenza di una ragazza vissuta a Roma in quegli anni difficili, segnati da uno scontro ideologico forte, che fin da bambina si imbatte nella fiamma del Msi, uno strano mondo alternativo frequentato dal padre ed al quale si avvicina anche Vittoria.
Introdotti e moderati da Felice Naddeo, hanno discusso e parlato di quel mondo Sergio Valese, che ha ritrovato nel romanzo molte situazioni comuni, anche se il contesto salernitano essendo meno ostile al mondo della destra, non riservava agli appartenenti a quel mondo l’ostracismo ed l’emarginazione a cui era costretta a sottostare la protagonista del libro anche e soprattutto nel Liceo che frequentava.
Stimolato da Naddeo, Rosario Peduto si è intrattenuto sulla attualità politica e sul come riuscire ad affascinare i giovani all’impegno ed alla partecipazione politica, in particolare all’area di appartenenza. Tema questo che insieme a quello del naufragio della destra politica è stato introdotto nel dibattito da Felice Naddeo e che ha trovato sostanzialmente uniti nel ritenere chiusa una fase e la necessità di un ricominciare con energie e volti nuovi i presenti al confronto.
Il rapporto figli genitori e la politica è stato il senso dell’intervento di Gerardo Sano. Le conclusioni della presentazione sono state affidate all’autrice, che si ha spiegato le motivazioni che l’hanno spinta a scrivere il romanzo che rappresenta una testimonianza di quegli anni, nella speranza che non si ritorni a momenti di ghettizzazione di nessuna parte politica, che nessuno venga più demonizzato per le idee che professa. Un romanzo che non vuole esprimere giudizi su quello che è accaduto in quegli anni settanta, ma rendere una testimonianza da parte di una che li ha attraversati dalla “parte sbagliata”.