Visite mediche ai vigili, il Comune precisa: servono a verificare l’idoneità.

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In merito alla surreale questione inerente le visite mediche a cui devono sottoporsi i vigili urbani e altri dipendenti comunali, è necessario precisare alcuni aspetti, per fornire alla stampa e alla collettività una visione completa e corretta risultabile da atti inconfutabili.

In primo luogo, l’attivazione delle procedure per sottoporre alle visite i dipendenti comunali – in particolare quelli che svolgono lavori usuranti, e tra questi i vigili urbani – risponde all’esigenza indifferibile tesa ad accertare l’idoneità al lavoro svolto.

Tale attività, per altro, è stata sollecitata, in modo preciso e pressante, dalle stesse organizzazioni sindacali. Si tratta non di sorveglianza sanitaria (materia affidata al medico competente, ufficio doveroso che comporta un onere per il Comune di circa 150mila euro all’anno), ma di visite volte ad accertare l’idoneità allo svolgimento delle mansioni di istituto. Nel nostro caso specifico, il medico competente, nel corso del mandato, ha certificato le idoneità parziali, evidenziando numerose prescrizioni limitative, in particolare per i vigili urbani, tanto che oggi gli idonei con prescrizione sono di gran lunga superiori alla metà: ciò significa che questi lavoratori possono svolgere solo attività di ufficio o per limitato numero di ore giornaliere su strada con evidenti ricadute sull’organizzazione dei turni in viabilità.

È parso ragionevole, pertanto, accertare l’idoneità dei lavoratori attraverso una visita effettuata da un collegio medico di verifica, dipendente dal ministero Economia e Finanza. Tali visite, si ribadisce, sono totalmente gratuite, così come è gratuita l’eventuale visita di appello all’organo superiore, su eventuale contestazione dell’interessato. I possibili ed ulteriori accertamenti sanitari – che la Commissione dovesse ritenere necessari ai fini della diagnosi – non comporterebbero oneri a carico del dipendente stesso. A tal proposito è utile precisare che sovente gli accertamenti vengono richiesti in quanto il dipendente si presenta alla visita senza esibire documentazione sanitaria di supporto dove si certifica  l’idoneità parziale.

Quanto all’onere della giornata lavorativa, quantificata dai vigili in circa trecentomila euro, torna utile e corretto precisare, a prescindere dalla vistosa inesattezza della quantificazione, che è comunque a carico del Comune sia che trattasi di visita effettuata dal medico competente, sia che trattasi di verifica di idoneità. È evidente che non vi è alcun aumento di spesa a carico del bilancio comunale, in quanto riferendosi a dipendenti stipendiati, la spesa è consolidata nel bilancio comunale come spesa fissa e ricorrente.

In merito al medico competente, è in corso la procedura di evidenza pubblica per il nuovo affidamento del servizio di sorveglianza sanitaria, atteso che il precedente è scaduto. La scadenza fissata per l’espletamento della gara è fissata per il 20 marzo.

Soffermandosi sui vigili urbani, è da evidenziare quanto la situazione sia maggiormente aggravata da un numero esagerato di assenze dal servizio. Solo riferendosi ai dipendenti dichiarati parzialmente abili, nel 2016, si contano 419 giorni di assenze per cure termali e 825 giorni per malattie. A questi si aggiungono – per quanto riguarda tutto il corpo dei caschi bianchi – 2816 giorni per malattia (dato che si riferisce sempre al 2016). Inoltre, sono 188 i giorni di permessi sindacali e 140 i giorni di assemblee sindacali; mentre le assenze per infortuni sul lavoro ammontano a 427 giorni. In totale si tratta di 4815 giornate di assenza dal servizio che -tramutati in costi- corrispondono a oltre 467 mila euro.