Lo strappo di Norberto Tedesco. Sabato 17 febbraio, alle ore 11,30, verrà inaugurata la mostra dal titolo “In viaggio verso il futuro“che raccoglierà una ventina di opere di Norberto Tedesco artista svizzero, trapiantato a Giffoni Valle Piana, presentato da Vittorio Sgarbi alla Biennale di Palermo nel 2013. Artista figurativo, Tedesco, per la mostra della galleria Il Catalogo, presenterà creazioni nate dalla sua incursione nel collage e nel decollage, sulle tracce, ben evidenti, di Rotella e Hains.
È in questo ambito che ricorre a simboli del rinato contesto, sia urbano che familiare, trovando così un modo operativo nella contaminazione dell’arte dalla realtà. La sua ricerca lo porta quindi a rimodulare il poster in ogni modo possibile: quale unità di partenza per lo studio dell’aspetto materico che esso assume a contatto con la tela grezza, quale particella elementare per la costruzione di un immaginario astratto e quale studio della forma che va a costituirsi sul retro del manifesto. Gesti al posto di pennelli, lembi di carta lacerata al posto di colori. È questo, un modo diretto per affrontare il mondo, impressioni del reale sull’artista che trasforma in negativo la posizione del genio moderno che incarnavano gli espressionisti astratti. L’artista è, innanzi tutto, un ricettore: nell’artista la società imprime se stessa, l’artista è “impresso” dall’arte, di cui non è più in grado di definire le forme, ma soltanto i vettori, aspirando ad un livello di passività sempre più alto nell’elaborazione della creazione ma, al contrario attivissimo nella sua ricerca di immagini, oggetti e testimonianze, da “combinare”. Eccolo il portento operativo di un artista che sa trasformare un prodotto con una sua potenzialità massmediatica in un’opera d’arte vera e propria. Perché Norberto Tedesco sceglie con estrema cura i soggetti, non va certo a caso, guidato da un gusto preciso per modalità cromatiche, per qualità degli oggetti rappresentati, per il valore dei messaggi riproposti. Avremo un’ampia fenomenologia circa l’uso e il trattamento di un’immagine strappata; dall’operazione dello strappo alla ricomposizione di una immagine che abbia senso, da pittore, si tratta pur sempre di proporre un’immagine che avesse una sua identità forte al proprio interno. Per questa via abbiamo la costruzione di un sogno impossibile e della bellezza irraggiungibile. Tedesco, come Rotella non trasforma queste immagini in luoghi critici. Da questa realtà dinamica, l’artista seleziona inquadrature, preleva frammenti, che propone su diversi supporti. Mostra immagini che assumono il carattere di rivelazioni e al contempo di demistificazione del nostro mondo. Tedesco si mostra consapevole dei cambiamenti sociali in atto, conscio del potere acquisito dall’immagine e la sua creatività, si presenta quindi come espressione del “radicamento nella coscienza realista moderna di una iconografia originale, capace di inserirsi in un contesto tradizionale, senza rinunciare allo spirito nuovo, alla rivoluzione di un modo di guardare che essa incarna.
Norberto Tedesco nasce a Davos Platz nel 1966. Si dedica all’arte fin dall’adolescenza e prende parte a mostre personali e collettive. Consegue la maturità artistica nel 1986 e frequenta l’Accademia di Belle Arti a Roma. Numerose sono successivamente le esposizioni (1989 Giffoni Valle Piana; 1995 Avellino; 2010 Atene; 2011 Roma; 2012 Reggio Emilia, Milano e Treviso e 2013 Bruxelles) e rassegne nazionali e internazionali tra cui la Biennale di Palermo nel 2013 e la Biennale di Salerno nel 2015. Predilige il figurativo, con incursioni anche in altri generi. Dipinge utilizzando oli, acrilici e gessetti su legno o carta. Le sculture sono in legno o argilla. Nei lavori più recenti elabora foto con la computer grafica creando collage – decollage; realizza “Manifesti di Meditazione” riflessione sul mondo in cui viviamo.