Le Grotte di Pertosa-Auletta (Salerno) riaprono il loro scenario millenario per il “Negro Festival”; la rassegna di musica e cultura etnica, infatti, comincia oggi con il concerto di Francesco De Gregori, e prosegue fino al 23 agosto con un cartellone che rivisita i brani della tradizione musicale italiana ed etnica, in chiave innovativa e futuristica, in dieci concerti, tra i quali Raiz, Giancarlo Schiaffini, Capone & Bungtbangt. Fausto Mesolella, e Les Tambours du Bronx. (ANSA)
Negro Festival è un evento che intende far incontrare sonorità e mentalità diverse del mondo; una rassegna, un momento di scambio culturale all’insegna del dialogo e del confronto tra i popoli.
Forte del suo esclusivo legame con le Grotte, cui lo lega l’ineludibile missione della valorizzazione territoriale, il Festival “Negro” vanta una sua progettualità, che lo colloca tra i punti di riferimento nel panorama delle iniziative culturali a carattere musicale, in grado di garantire un’efficace offerta di spettacolo, cultura e attrazione a beneficio di un bene turistico e paesaggistico, inserendosi tra quei soggetti attrattori dell’entroterra capace di attivare un contro-pendolarismo dei flussi turistici costieri verso l’interno.
La suggestione delle grotte, la loro ospitalità e influenza “creativa”, il simbolismo del fiume sorgivo da esse, il “Negro” appunto, oltre a dare origine al nome della manifestazione ne reiterano il suo intento di rappresentare il ‘corso del fiume della musica popolare’ con il suo andamento ‘carsico’, ossia la vicenda di un piccolo fiume, che sorge e sparisce nelle grotte per gettarsi, dopo un breve tragitto (e con potenza intercettata dalla locale centrale idroelettrica), nel sottostante e più importante Tanagro; splendida metafora della cultura popolare e del suo rapporto creativo (ed anche ‘energetico’), con la modernità e con le altre culture, non solo musicali, che la società contemporanea alimenta o, spesso, distrugge.
“ANTRO SUONO” contribuisce ad arricchire la suggestiva offerta spettacolare in grotta, rafforzando la contestualità territoriale del festival, integrandosi perfettamente all’obiettivo fondante di valorizzazione del patrimonio paesaggistico, offrendone un percorso che, a fianco della tradizione musicale popolare, rende protagonista il suo aggiornamento, esplorandone, termine quanto mai proprio, il suo futuro. Dall’antro, visivamente sospeso sopra l’area principale dei concerti di Negro, uscirà un domani, che è già un oggi, il suono che, in qualche altro anfratto compositivo, in altri contesti futuri, caratterizzerà le musiche, che si alterneranno sul palco più importante, ampliandone il consenso e la propria possibilità di affermazione. Un vero laboratorio in cui singoli ingredienti del grande mondo sonoro della tradizione, di cui fanno parte musicisti, musicanti e strumenti, siano messi in condizione di presentare nuove possibilità espressive.