La festa di San Valentino, come risaputo, è una ricorrenza dedicata agli innamorati e celebrata diffusamente nel mondo. L’originale festività religiosa prende il nome dal santo e martire cristiano Valentino da Terni, e venne istituita nel 496 da papa Gelasio I, sostituendosi alla festa pagana delle lupercalia. La pratica moderna di celebrazione della festa, invece, centrata sullo scambio di messaggi d’amore e regali fra innamorati, risale probabilmente all’alto medioevo.
La minuta territorialità cilentana da sempre e con grande intensità festeggia la ricorrenza degli innamorati che desiderano coronare prima o poi la propria unione con il Sacramento del Matrimonio.
Sabato 14 febbraio, presso la Parrocchia Santuario “Santa Maria a mare” in Santa Maria di Castellabate, ci riferisce Don Roberto Guida, (Responsabile dell’Ufficio Pastorale della Famiglia nella Diocesi di Vallo della Lucania), il Vescovo Mons. Ciro Miniero, incontrerà i fidanzati che si stanno preparando alla celebrazione del Matrimonio. L’incontro avrà inizio alle ore 17,00.
Lo scorso anno Papa Francesco, in occasione della festa di San Valentino, incontrò oltre 25 mila coppie provenienti da ogni parte del mondo. E tanto volle raccomandare: «Litigate pure ma non finite mai la giornata senza chiedervi perdono a vicenda. Il matrimonio si costruisce giorno per giorno e fuggendo dalla cultura del provvisorio». L’amore, ebbe a sottolineare il Santo Padre, è un lavoro artigianale! Bisogna affidarsi al Signore in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano, fatto di passi, di crescita comune. E il «per sempre», sottolineava Papa Francesco, non è solo «una questione di durata! Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani. Chiedete a Gesù di moltiplicare il vostro amore». Papa Francesco invitava i fidanzati e gli sposi a pregare gli uni per gli altri: “Signore dacci oggi il nostro amore quotidiano”, perché l’amore degli sposi è il pane quotidiano dell’anima».
E’ bene, ricordava il Santo Padre, che il matrimonio sia sobrio e faccia risaltare ciò che è veramente importante. Alcuni sono più preoccupati specialmente dei segni esteriori; segni che acquistano valore solo se capaci di indicare il vero motivo della gioia degli innamorati, ovvero la benedizione del Signore sul loro amore.
Il Vescovo di Vallo della Lucania, Mons. Ciro Miniero, avverte il bisogno pastorale, in piena linea con il pensiero e l’opera di Papa Francesco, di incontrare le giovani coppie innamorate per vivere un significativo momento di cordialità e di preghiera.
E’ un momento prezioso per il Vescovo Miniero, utile per indirizzare tante giovani coppie verso la salutare crescita morale e spirituale. Anche tra fidanzati, ne è convinto Mons. Miniero, Cristo è il vincolo leale di garanzia e continuità. Ci piace poi a riguardo il pensiero di Raimondo Bardelli che desideriamo proporre a garanzia di una attenta e profonda riflessione intorno al fidanzamento; momento delicato dell’esistenza umana che deve preparare egli innamorati a vivere con tutto loro stessi questa dimensione liturgica e profetica dell’amore coniugale. Attraverso l’esperienza religiosa i fidanzati devono sperimentare che non sono solo creature create ad immagine del Cristo, quindi portanti in tutto il loro essere l’immagine divina, ma che sono allo stesso tempo figli di Dio e come tali in cammino verso la casa del Padre, verso l’abbraccio tenero, dolce e senza fine con Lui, per immergersi nell’immenso suo Amore. Solo così saranno abilitati a vivere e sperimentare nell’amplesso fisico del matrimonio l’annuncio futuro del beatificante abbraccio con Dio. Ciò comporta una rivalutazione del piacere sensibile legato ai gesti corporei dell’amore.
La castità vissuta in tutta la sua ricchezza educherà i fidanzati a tutto questo. Occorre infatti che si preparino a stimare e a vivere nel giusto senso l’apice sensibile del piacere legato al rapporto sessuale. Esso infatti ha uno scopo ben preciso: fare sperimentare la comunione dei cuori. Unicamente vissuto in questo modo il piacere sessuale assume il suo vero volto: l’amore che si fa carne, sprigionando attraverso le sue dolci sensazioni ed emozioni lo splendore dei suo essere. E’ un’educazione a vivere il piacere non semplicemente come creature, ma come figli di Dio. Il battesimo infatti ha introdotto nel cuore del cristiano un nuovo modo di essere, di vivere l’amore. Un modo divino, che perfeziona il modo umano, rendendolo simile a quello di Dio. Le tre persone divine infatti gioiscono infinitamente di essere, attraverso l’amore, che le unisce in uno, presenti l’una nell’altra (Gv. 17, 20). Esperienza meravigliosa! Gli sposi possono assaporarne una scintilla attraverso il loro amore, in particolare nel rapporto sessuale (Bardelli R., Il significato dell’amore, Elle Di Ci, Torino 1994, p.196-202). I fidanzati cristiani devono vivere il loro amore in tutta la loro realtà concreta, cioè di creature diventate per azione dello Spirito figli di Dio. Nei gesti d’amore non devono dimenticare mai questa loro dignità. Non è un limite alla loro spontaneità, è una maggior ricchezza, che aumenta e perfeziona anche le sensazioni scaturenti dalle loro manifestazioni d’amore. L’amore divino riversato nei loro cuori dallo Spirito perfeziona anche il corpo. Ogni gesto autentico d’amore vissuto in tutta la sua ricchezza, anche di sensazioni, aumenta l’amore divino presente nei loro cuori, unendoli più profondamente fra di loro. L’amore dei fidanzati infatti prepara la nascita dell’amore degli sposi. E’ la sua gestazione! il “Si”del matrimonio partorisce questo nuovo amore, che non è continuazione del precedente, bensì completamente diverso, anche se da esso preparato. Per cui, l’amore dei matrimonio nascerà con quella energia e capacità di donarsi comunicatale dall’amore di fidanzamento. Ecco perché il fidanzamento è uno stato di vita importante che va vissuto in tutta la sua valenza d’amore. Esso infatti prepara la nascita dell’amore, sorgente della vita. I fidanzati devono prepararsi al dono della vita nella tenerezza calda di un amore che abbraccia la totalità del loro essere! Cuore e corpo. In esso devono preparare la loro apertura alla vita, cioè la loro collaborazione con Dio, per continuare nel mondo la presenza delle creature umane. Ogni bimbo che nasce infatti è il risultato di un bacio d’amore tra gli sposi e Dio. E’ un introdurre nella storia, in parabola, un’immagine dell’amore Trinitario. In Dio l’amplesso d’amore tra il Padre e il Figlio origina lo Spirito Santo, che è il Bacio d’amore tra il Padre ed il Figlio: l’Amore divino che è persona. Nella storia umana l’unione dell’amplesso fisico degli sposi con Dio origina un nuovo bacio d’amore: il bambino! Per questo ogni bambino che nasce è una nuova parola d’amore di Dio per l’umanità. Parola d’amore che dovrebbe essere accolta con gioia e rispetto. Sovente invece si cerca di sopprimerla (aborto), prima ancora che manifesti lo splendore del suo messaggio. L’aborto è il tentativo dell’uomo di far tacere Dio: eliminarlo dal mondo. E’ il ripetersi della storia iniziale del peccato: l’uomo e la donna vogliono essere padroni di loro stessi; della vita. Vogliono essere dei. Eliminare Dio! E poi si accorgono, come allora, di essere nudi! Spogliati d’amore! Creatori di un mondo pieno di solitudine. Solo la freschezza della vita nuova ricercata ed accolta con amore riempie di gioia la vita della coppia. Il fidanzamento deve preparare gli amanti ad essere il mezzo di questo dialogo vitale tra il mondo e Dio. Esso può avvenire unicamente nel rispetto della realtà umana e divina presente nell’uomo. Da qui la necessità di approfondire attraverso i metodi naturali le realtà della procreazione responsabile presenti nella donna, per gestire l’apertura alla vita con lo stesso stile di Dio. Dio pensa, ama, progetta ogni singola creatura, come un raggio particolare della sua bellezza, o meglio, come un aspetto unico ed irripetibile della fisionomia di Cristo. L’uomo, suo collaboratore, deve seguire questo stile: generare per amore, volendo e cercando con tenerezza la nuova creatura. Dio ha posto nelle mani degli sposi il tesoro della vita, il prolungarsi nel tempo, per creazione, della sua immagine. A un tesoro d’incalcolabile valore, custodito in vasi di creta, cioè nella realtà fragile e volubile dei cuore umano.
Unicamente una vita maturata nella castità può far crescere e custodire questo dono, garante della pace e gioia nel mondo. Vuoi la pace? Ama la vita e proteggila dal suo nascere fino al suo tramonto. E’ la missione affidata ad ogni coppia di sposi. La crisi del matrimonio ha creato una cultura di morte, cioè un modo di pensare la vita in chiave di dominio e di eliminazione di chiunque impedisce la propria realizzazione o la disturba. Non si amano i bambini … sono di troppo gli anziani: impediscono la libertà di divertirsi, distrarsi … di fare i propri comodi. Dio stesso diventa una cosa inutile, se non diventa complice delle proprie aspettative egocentriche. Si ama un Dio immanente in sé… in ultima analisi si ama se stessi! Il proprio Io diventa il metro di misura del bene e del male, della stima o disistima della vita, del suo rifiuto o della sua accoglienza. Il freddo di un mondo povero di amore si fa sempre più intenso. L’uomo vuole proteggere l’ecologia della natura, prostituendo le realtà del proprio cuore e del proprio corpo.
Emilio La Greca Romano