Utilizzava un noto social network internazionale come vetrina del suo negozio “casalingo”; D.M., di 23 anni, che aveva creato un profilo web sul quale pubblicava le foto della merce di volta in volta in vendita, assicurandosi in questo modo un ampio giro di clienti che, attirati dagli annunci puntualmente “postati” online, si recavano presso la sua abitazione per effettuare gli acquisti.
L’andirivieni di clienti ha insospettito i Baschi Verdi di Salerno che dopo le contestazioni agli acquirenti, individuati grazie ad un meticoloso appostamento, hanno fatto irruzione nell’abitazione e sottoposto a sequestro 800 capi di abbigliamento (scarpe, borse, maglie, felpe, ecc.) di noti marchi “autenticamente falsi” (Burberry, Hogan, Liu-jo, Moncler, Adidas, Nike, Napapijri, ecc.) particolarmente graditi soprattutto al pubblico dei giovanissimi, ma privi dei requisiti di sicurezza garantiti dalle produzioni di beni merce originali, secondo le direttive europee e le norme nazionali, a salvaguardia del consumatore finale.
Come noto, infatti, la vendita di prodotti contraffatti alimenta una filiera che finanzia le organizzazioni criminali, riduce le opportunità di impiego sfruttando manodopera illegale, determina un mancato gettito fiscale e determina rischi per la sicurezza e la salute dei consumatori.
In tale ambito, oltre al sequestro dei prodotti contraffatti, veniva deferito all’Autorità Giudiziaria il cyber falsario, detentore della merce contraffatta e affittuario dell’abitazione. Per i clienti sarà comminata una sanzione amministrativa che può arrivare sino a 7.000 euro.