“Ci vogliono sfruttati, ci avranno in lotta”
il Reddito di Cittadinanza non va abolito ma ampliato con un Reddito di Base universale e incondizionato
Queste le parole d’ordine che animeranno il presidio organizzato dall’Unione Sindacale di Base, per promuovere la campagna “Uniti per il Reddito”, finalizzata alla difesa ed al rafforzamento del Reddito di Cittadinanza come strumento di contrasto alla povertà imposta da disoccupazione involontaria e da salari miserevoli.
La guerra ideologica al Reddito di Cittadinanza ha un obiettivo politico chiaro: affossare ulteriormente i livelli salariali, costringendo chi lo percepirà nel 2023 (misura confermata per soli sette mesi) ad accettare qualsiasi offerta di lavoro gli venga proposta, anche se non congrua. Per queste ragioni, USB promuove la creazione di comitati di lotta per la difesa e l’universalità del RdC.
Il presidio del 4 febbraio è il primo appuntamento di una vasta campagna di iniziative volte a contrastare il carovita ed a richiedere con forza una nuova campagna di investimenti pubblici in settori chiave come il welfare, la casa, la sanità ed i servizi essenziali, in misura tale da garantirne l’accesso a tutte e a tutti, dagli operai agli impiegati, dalle casalinghe ai lavoratori di nuova generazione, dagli studenti ai migranti.
Il Reddito di Cittadinanza non va abolito ma ampliato con un Reddito di Base universale e incondizionato
È necessario oggi un sostegno al reddito in questo paese, non solo per le migliaia di persone che già ne beneficiano e a cui il governo vuole togliere uno strumento di dignità, di garanzia di accesso a beni e servizi essenziali.
È necessaria un’integrazione al reddito per tanti, troppi lavoratori e lavoratrici che pur avendo un contratto non hanno un salario sufficiente a garantirsi la sopravvivenza. Perché in un Paese che non prevede un salario minimo per legge, i nostri stipendi sono in ribasso da anni, e non è sbagliato poter dire “no” a un datore di lavoro che offre una paga al di sotto la soglia di povertà perché c’è un sostegno al reddito come alternativa.
È necessaria un’integrazione al reddito per compensare le pensioni minime, che non garantiscono vita degna a chi le riceve, complice anche la privatizzazione della sanità che comporta l’aumento dei costi delle cure e la necessità di ricorrere a prestazioni private per accorciare i tempi di attesa.
È necessaria per chi non riesce a fare fronte agli alti costi di affitti e mutui, sommati all’aumento delle bollette e di diversi beni essenziali, a cui lo Stato non garantisce né una soluzione tramite la casa popolare, né alcuna forma di sostegno diretto.
È necessario ampliare il sostegno agli studenti universitari, perché la formazione costa e troppe volte pesa sulla famiglia o costringe chi studia ad ammazzarsi anche di lavoro per pagare la retta e spesso l’affitto.
È fondamentale regolarizzare tutti i migranti in questo Paese, perché troppo spesso sono oggetto di ricatto, di lavoro nero, pagato pochissimo e ultra-sfruttato: che possano beneficiare di un sostegno al reddito è una questione di giustizia.
Così come è fondamentale che il sostegno al reddito sia distribuito su base individuale, non familiare, perché questa modalità risulta per diversi motivi penalizzante per la componente femminile.
Saremo in piazza per per ribadire che va mantenuto e ampliato uno strumento di sostegno al reddito e che serve avviare una stagione di aumenti salariali, a partire da un salario minimo per legge di 10€ l’ora, e di offerte di lavoro dignitose per chi è disoccupato o in condizioni di estrema precarietà.
Uniti per il Reddito!
USB invita i percettori di RdC, lavoratori e lavoratrici, forze politiche e sociali, comitati territoriali, a sostenere questa campagna di dignità e condividere la partecipazione nelle piazze del 4 febbraio.