Una infinita primavera
mostra personale antologica di Clara Garesio
a cura di Francesca Pirozzi
testo critico di Anty Pansera
Museo della Ceramica di Villa Guariglia, Raito di Vietri sul Mare (Salerno)
17 maggio – 28 giugno 2015
con il patrocinio della Provincia di Salerno, del Comune di Atrani (SA), della Società Umanitaria, del Liceo Artistico ex-Istituto Statale d’Arte per la Ceramica “G. Ballardini” di Faenza (RA), dell’Istituto Superiore ex-Istituto Statale d’Arte per la Porcellana “G. Caselli” di Napoli
inaugurazione:
domenica 17 maggio 2015 ore 11,00
interverranno:
dott. Giuseppe Canfora Presidente della Provincia di Salerno
dott.ssa Barbara Cussino funzionario delegato Settore Musei e Biblioteche della Provincia di Salerno
prof.ssa Anty Pansera storico e critico del design e delle arti decorative e applicate
In occasione della mostra sarà acquisita alle collezioni del Museo della Ceramica di Villa Guariglia l’opera di Clara Garesio Pensieri di-versi.
La mostra antologica Una infinita Primavera di Clara Garesio al Museo di Villa Guariglia, presentata da un testo critico di Anty Pansera, nel luogo simbolo della ceramica vietrese, dove sono custodite le preziose testimonianze di una delle stagioni più emblematiche dell’arte in ceramica del Novecento, è l’occasione per celebrare la ceramista torinese ed il suo storico rapporto con la costa d’Amalfi ripercorrendo le tappe del suo ricco percorso artistico attraverso una selezione di pezzi unici e inediti, appartenenti alla produzione storica e a quella più recente, dislocati negli ambienti della Villa e in quelli della Torre in dialogo aperto con le collezioni permanenti.
Una festa per gli occhi, innanzitutto, quest’ultimo corpus di lavori che, all’insegna di “una infinita primavera” sanno ben dialogare, inserendosi con delle “frasi” forti ed appropriate, in una selezionata collezione di opere storiche permanenti del Museo della Ceramica di Villa Guariglia di Raito di Vietri sul Mare.
[…] Vasi policromi che affondano la loro consistenza – formale e di decoro – in un rivisitato passato, smalti e scabrosità che giocano plasticamente con la luce, ma poi anche altre tipologie, realizzate non solo al tornio, dalle singolari, pittoriche stratificazioni, le cromie fresche ed inaspettate: a riproporre con autonomia conoscenze e competenze accumulate negli anni, l’astrattismo lirico (per ricorrere ad una riconoscibile definizione linguistica) ad intrecciarsi con figurazioni stilizzate, riecheggianti stilemi dei decenni Cinquanta/Sessanta.
La gioiosità e felicità del fare (la luminosità del nostro Sud), una magistrale sicura raffinatezza di pensiero (già ad intrecciarsi Sud e Nord) e il costante impegno/testardaggine (!?) di tanti decenni (la volitiva forza del Nord!?) si ritrovano sempre nelle sue esperienze estetiche […].