UniCredit #FashionEXPerience: Digitalizzazione e Sostenibilità la chiave per la ripartenza delle imprese del Fashion e del Luxury del Mezzogiorno.

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La Moda italiana ha un peso importante nel panorama europeo, contribuendo a quasi la metà del valore aggiunto dell’area euro ed è un pilastro della manifattura italiana rappresentando circa il 9,3% del valore aggiunto e il 12,5% dell’occupazione.

Nel settore Moda il Mezzogiorno rappresenta una realtà virtuosa dal momento che il comparto contribuisce per il 3,1% all’economia pugliese e per il 2,8% a quella campana. È in particolare la Campania ad occupare una posizione di rilevo nel comparto della Moda italiana, rappresentando il terzo polo rilevante nel Paese per numero di imprese attive, con oltre 9.200 aziende e una quota di mercato dell’11%, superando il Veneto (oltre 8.700 aziende pari all’11%) e dietro alla Toscana (22%) e alla Lombardia (15%). Le quattro regioni, insieme, concentrano il 60% delle imprese che operano nel comparto Moda Italia.

Vista la centralità del comparto Moda per l’economia del Mezzogiorno, UniCredit ha organizzato oggi, virtualmente dal Sud, il Forum Est Europa “Fashion EXPerience” dedicato al comparto del Fashion e del Luxury nell’ambito di #italianEXPerience, ciclo di incontri realizzati dalla banca completamente on line, dedicati ai principali settori industriali e arricchiti da “fiere virtuali” sul Digital Pavilion, una piattaforma messa a punto dal Gruppo per lo svolgimento di B2B a distanza.

L’incontro, organizzato in collaborazione con l’Unione Industriali di Napoli, si è aperto con i saluti introduttivi di Leandro Sansone, Responsabile Territorial Relations, CS & Claims Sud di UniCredit e di Carlo Palmieri, Vice Presidente Unione Industriali Napoli.

Il Forum è proseguito con l’intervento di Alessandro Paoli, Head of UniCredit International Center Italy, di Roberta Antinarella, Industry Expert UniCredit, di Marco Wallner, Head of Corporate Commercial Synergies Corporate Sales & Marketing Italy di UniCredit, e di Maria Luisa Meroni, Presidente Confindustria Est Europa.

In programma nel pomeriggio il B2B digitale, una «fiera virtuale» funzionale al matching tra le aziende e a facilitare il processo di crescita sui mercati esteri delle aziende del Sud del comparto, favorendo l’ingresso in nuovi e promettenti mercati. Coinvolti 9 buyers esteri selezionati da Informest e provenienti da Paesi Baltici, Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca e 50 sellers, imprese italiane clienti UniCredit. Grazie a circa 70 incontri individuali “Business to Business” le imprese del Mezzogiorno intervenute avranno la possibilità di presentare i propri prodotti e conoscere nuovi potenziali clienti nei Paesi dell’Est Europa.

Proprio per sostenere la crescita internazionale delle imprese campane attraverso la digitalizzazione e le opportunità offerte dal commercio elettronico, nel corso della mattinata è stato presentato l’accordo sottoscritto tra UniCredit e Confindustria Campania che prevede condizioni particolarmente agevolate per le imprese associate che sottoscrivono un contratto UniCredit Easy Pack, un’offerta di e-commerce che, grazie alle partnership della banca stabilite con Alibaba.com, Google, SACE e Var Group si compone di 3 soluzioni studiate per accedere in maniera semplice, economica ed integrata alla vendita online, sia B2B che B2C, aumentando il proprio giro d’affari e raggiungendo buyer in tutto il mondo direttamente dalla propria sede.

Il settore italiano del Fashion e del Luxury – lo studio di UniCredit in sintesi

Durante la giornata Roberta Antinarella, Industry Expert UniCredit, ha presentato lo Studio di UniCredit sugli effetti del Covid-19 per la filiera delle Moda italiana, con focus per il Mezzogiorno. L’indagine di UniCredit evidenzia come l’alta vocazione estera dell’industria della Moda italiana (il 75% della produzione nazionale è infatti destinato ai mercati esteri), si è confrontata con l’impatto negativo del lockdown per i principali mercati di destinazione e con un brusco calo dei consumi domestici.

La pandemia ha infatti messo a dura prova il settore, con uno shock congiunto dal lato della domanda e dell’offerta, colpendo anche la fiducia dei consumatori e delle imprese. Per il 2020, sulla base di dati Cerved, il settore dovrebbe perdere circa il 21% del fatturato pre-covid. Nel 2021 ci sarà invece una ripresa con un tasso di crescita che potrà oscillare tra il +12% (scenario base) e +7% (scenario worst).

L’impatto negativo del Covid sarà sostanzialmente omogeneo a quello medio nazionale anche per tutte le imprese delle regioni del Sud. In particolare, la Campania e la Puglia dovrebbero crescere nel 2021 rispettivamente del +15,9% (scenario base) o del +9,1% (scenario worst) e del +15% (scenario base) o del +8,6% (scenario worst), con performances superiori alla media Paese.

Sarà soprattutto la digitalizzazione la chiave per la ripartenza delle imprese del Settore Moda Italia nel post pandemia. Il rilancio del comparto – evidenzia lo Studio di UniCredit – sarà quindi collegato alle nuove abitudini dei consumatori e alla crescita esponenziale dell’e-commerce che sta cambiando lo scenario di riferimento e i modelli organizzativi e distributivi delle aziende, favorendo quindi una sempre maggiore integrazione tra canale fisico e digitale, con i negozi che oltre alla tradizionale funzione di esposizione, diventeranno anche degli hub distributivi per l’e-commerce.

Il negozio dovrà dunque trasformarsi da luogo di transazione a luogo di ispirazione in cui, oltre a puntare sull’alta qualità del Made in Italy riconosciuto a livello mondiale, si dovranno individuare nuove strategie per coinvolgere il consumatore mettendo in campo nuove azioni di ingaggio esperienziale come eventi in-store, mostre d’arte, showroom digitali o la creazione di Vip room e di restaurant/cafè in-store, ma anche potenziando il design3D che può amplificare il canale di vendita dei prodotti della moda italiana.

Centrale, infine, sarà anche il ruolo della sostenibilità nelle strategie aziendali. La pandemia ha aumentato infatti, l’attenzione del consumatore sui temi della sostenibilità. Dall’inizio della pandemia il 27% dei consumatori italiani ha incrementato l’acquisto di prodotti sostenibili ed ecofriendly e il 21% da punti vendita che promuovono prodotti sostenibili. Nei prossimi mesi – conclude lo Studio di UniCredit – per quasi 1 italiano su 2 sarà importante acquistare abiti, calzature e accessori prodotti con metodi che rispettino l’ambiente e tutelino il benessere animale.