A ricordare Renato Carosone, uno dei più grandi interpreti della canzone napoletana è stato il dottor Giuseppe Lauriello, già Primario Pneumologo presso l’Ospedale “Giovanni Da Procida” di Salerno, esperto di storia della “Scuola Medica Salernitana”, scrittore e poeta, durante la serata organizzata presso la “Pinacoteca Provinciale” di Salerno, dall’associazione “Parco Storico Sichelgaita” presieduta dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi. Il dottor Lauriello, attraverso della slide proposte dal giornalista Luigi Carlino, ha raccontato la vita di Renato Carosone da quando , all’età di sette anni, inizia lo studio del pianoforte presso accreditati maestri:” Carosone, sebbene in drammatiche ristrettezze economiche, cresce in un ambiente musicale: il padre suona il piano e il mandolino, la madre è incline al canto. A 17 anni, da privatista, consegue il diploma di pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella. Nel 1937 viene scritturato dal capocomico Aldo Russo per esibirsi come pianista, davanti ad un pubblico costituito prevalentemente da persone del Nord Italia, non avvezzo alla lingua napoletana, nei teatri di Massaua in Eritrea. Una migliore affermazione la ottiene ad Addis Abeba che deve presto abbandonare, sia perché chiamato alle armi nella Somalia italiana, sia per l’occupazione britannica della città. Ritorna in Eritrea ad Asmara, dove gli viene affidata la direzione musicale del “Teatro Odeon” dove si esibisce in un repertorio dei più famosi ballabili americani acquisendo un vasto consenso. Rientra in Italia nel 1946 e nel 1949 con il chitarrista Peter Van Wood e il batterista Gegè Di Giacomo, fonda a Napoli il “Trio Carosone” che si esibisce presso lo “Shaker Club” di Napoli ottenendo un successo strepitoso . Nel 1953 van Wood lo abbandona per tornarsene in America e Carosone con Gegè fonda un altro gruppo, un sestetto che nel 1957 si trasformerà in un complesso più numeroso. Si esibisce con successo in vari locali italiani tra i quali la rinomata “Bussola” in Versilia. Il suo primo successo è “Maruzzella”, nel 1954 , una vera poesia, ricca di emozioni, dedicata alla moglie Lita “. Il dottor Lauriello ha raccontato la genesi di molte altre canzoni di Carosone come “Torero”, “O’Sarracino”, “Tu vuò fa l’americano”, unica canzone, assieme a “Volare” di Domenico Modugno, a essere cantata in italiano anche dal pubblico americano; “Giuvanne Cu ‘A Chitarra”, “Serenatella Sciuè Sciuè”, “Guaglione”, “Scapricciatiello”, “Chella llà”, “Caravan petrol”, “La Pansè”, “Pigliate ‘na Pastiglia”, “A casciaforte”. Lauriello ha spiegato che Carosone era un creatore di personaggi:” Personaggi che si aggiravano in quegli anni, attratti dalla moda americana, dei quali Carosone , in modo satirico , accentua i profili, estremizzandoli. Carosone non si sofferma soltanto su questi stereotipi del mondo reale, ma porta il suo sguardo comprensivo e indulgente su altri giovani teenagers tormentati da pene d’amore come in “Guaglione” e Scapricciatiello”. Il dottor Lauriello ha anche raccontato che il brano “La Pansè”, che conteneva delle grossolane allusioni nel testo, subì un lungo boicottaggio da parte di radio e televisione:” E’ proprio con questo brano, arrangiato da Carosone che lo rende ballabile, che la band carosoniana inizia ad introdurre le proprie interpretazioni con “Canta Napoli”, un’espressione lanciata per la prima volta da Gegè Di Giacomo”. Il 7 settembre del 1959 Carosone all’apice del successo, all’età di 39 anni, si ritira, per ben sedici anni, dalle scene, annunciandolo pubblicamente, attraverso la trasmissione televisiva “Serata di Gala”, presentata da Emma Danieli:” Il motivo è rimasto inspiegabile malgrado le varie ipotesi avanzate. mantiene fede agli impegni internazionali e nel 1960 il “Sestetto Carosone” di esibisce alla “Carnegie Hall” di New York . Nel 1961 si classifica terzo al “Festival di Sanremo”. Il suo rientro ufficiale è il 9 agosto del 1975 alla “Bussola” di Forte dei Marmi. Nel 1993 fu colpito da aneurisma cerebrale; riuscì comunque a dedicarsi alla musica e alla pittura, il suo secondo amore (nel 1968 si era iscritto all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano). In occasione della festa di Capodanno del 1998, Carosone che è stato celebrato in una fiction Rai dal titolo “Carosello Carosone”, in cui è interpretato da Eduardo Scarpetta, dà il suo ultimo concerto in Piazza del plebiscito a Napoli alla presenza di duecentomila persone. Muore nel sonno la mattina del 20 maggio del 2001, all’età 81 anni, nella sua casa di Roma”. La professoressa Clara Mattia Cuoco, socia del “Parco Storico Sichelgaita”, dopo aver fatto un breve excursus sulla Canzone Napoletana, ha recitato un brano di Matilde Serao dedicato alla sirena Partenope. (Foto di Luciana Cardone e Massimo Zega).
Aniello Palumbo