Una “Mattonella” per ricordare il passaggio di San Francesco di Paola a Salerno.

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“San Francesco di Paola, il difensore dei poveri, arrivò a Salerno il 25 febbraio del 1483 nel corso del suo “viaggio regale” dalla Calabria in Francia, alla volta di Tours, dove era stato chiamato per la sua fama di taumaturgo, nota in tutta Europa, dalla famiglia reale di Luigi XI, il re di Francia colpito nel 1481 da un attacco di trombosi che gli provocò la perdita parziale dell’uso della parola. Lì San Francesco arrivò nel mese di maggio, ma guarì il re nell’animo non nel corpo”. A ricordare la storia di San Francesco di Paola e la sua sosta a Salerno è stata la professoressa Pina Basile, già docente di Filologia e Critica Dantesca all’Università di Salerno, presidente della “Società Dante Alighieri”, Comitato di Salerno, agiografa del Santo al quale ha dedicato il libro ” San Francesco di Paola: il propugnatore dei poveri e dei potenti”,  durante la cerimonia in onore del Santo tenutasi presso la Prefettura di Salerno, alla quale hanno partecipato: il Prefetto di Salerno, Francesco Russo, il Questore, Giancarlo Conticchio, padre Francesco Carmelita, Correttore principale dei Frati Minimi,  padre Salvatore Zicari,  vice parroco della Parrocchia Santa Maria ad Martyres, Monsignor Claudio Raimondo, parroco della Chiesa dell’Annunziata,  e il Consigliere Comunale Ermanno Guerra.

La professoressa Basile ha raccontato che  San Francesco di Paola fu ricevuto in modo trionfale dai nobili di Salerno e ospitato nel Palazzo della famiglia Carrara in Via Mercanti: “ Dopo aver percorso tutta la strada, il  Santo si diresse verso il convento di San Lorenzo in Via De Renzi, dove si fermò a pregare e da dove, guardando dall’alto il panorama di Salerno, indicando la zona corrispondente oggi a Piazza Matteo Luciani disse:” Laggiù fra alcuni anni sarà costruito il mio convento” e  infatti  fu costruito nel 1516 per volontà dei Principi Sanseverino. Lì vi abitarono i Frati Minimi fino a quando, nel 1806, a seguito delle leggi napoleoniche, fu requisito per essere adibito a caserma, (Giacinto Vicinanza), destinazione che ha avuto fino all’inizio dei lavori di restauro”.  La manifestazione è proseguita proprio presso l’ex Caserma Giacinto Vicinanza, in piazza Matteo Luciani, dove oggi è collocata la sede dell’Ufficio Immigrazione della Prefettura e della Questura di Salerno, e dove, sulla facciata dell’ex convento, è stata apposta una mattonella raffigurante “San Francesco di Paola”, con l’immagine dell’antico convento, che è stata benedetta dal Vescovo di Salerno, Monsignor Andrea Bellandi. La mattonella era stata donata dalla professoressa Pina Basile e dalla sorella Concetta, in ricordo di San Francesco di Paola, al Prefetto Francesco Russo, con l’auspicio di collocarla sulla facciata dell’antico Convento dei Frati Minimi in Piazza Matteo Luciani.  Il Prefetto, dopo aver seguito l’iter burocratico previsto, ha stabilito che, in occasione del giorno della nascita del Santo: il 27 marzo, si celebrasse l’evento. La professoressa Basile ha anche raccontato il momento della cena in casa Capograssi (Palazzo Copeta, in Via Trotula De Ruggiero) quando un commensale – artista, cercò di ritrarre il Santo che, schivo, nascose il suo volto dietro una salvietta dove rimasero impressi i suoi lineamenti. “I Capograssi conservarono con fede la salvietta. Nel 1656, anno della peste in Italia che purtroppo colpì anche Salerno, i Capograssi, per evitare il contagio, si trasferirono in un loro podere dove, con devozione, si rivolsero al Santo facendo voto di donare la tovaglietta, qualora fossero usciti salvi dal morbo pestifero, alla chiesa di Benincasa di Vietri Sul Mare, ove attualmente è gelosamente custodita.  Ogni anno, il 30 agosto, la salvietta viene portata in processione per le vie del paese”, ha ricordato la professoressa Basile che ha anche raccontato l’episodio di quando la madre di San Francesco di Paola, pregando San Francesco d’ Assisi, fece il voto di inviare il suo piccolo in un convento francescano e di fare un pellegrinaggio ad Assisi se fosse guarito da un’infezione a un occhio, per la quale rischiava di rimanere cieco:” Una notte Francesco di Paola, all’età di dodici anni, sognò San Francesco d’Assisi, il quale gli ricordò che era giunto il tempo di adempiere al voto fatto dalla madre. Fu così accompagnato dai genitori al convento di San Marco Argentario (CS) dove sviluppò la sua santità nell’umiltà e nella sapienza”.  La professoressa Basile ha ricordato che a Salerno ci sono due reliquie del Santo:” Una presso la Chiesa di Santa Maria ad Martires, dove vi sono i Frati Minimi guidati da padre Giorgio Terrasi, tornati a Salerno nel 1961 per volontà del vescovo Grimaldi, e un’altra custodita nella chiesa di Santa Lucia in via Roma”.  Nel suo nuovo libro “Francesco di Paola, diplomatico europeo del XVI secolo” la professoressa Basile riporta la presenza di statue e/o immagini del Santo nelle varie chiese di Salerno: Duomo, Chiesa dell’Annunziata, Chiesa di San Giorgio e di San Benedetto.  (Foto di Angela Federici).

Aniello Palumbo