“Gli scrittori di noir sono stati sempre uomini, soprattutto in Italia: le donne nei noir erano sempre descritte come donne fatali, vittime, o prostitute. Una donna, raccontata con la sua complessità, con la sua vita reale, come personaggio importante del romanzo, era difficile trovarla. Oggi le donne che scrivono sono aumentate e sempre più frequentemente queste donne raccontano di donne. A me piace scrivere di donne, soprattutto perché mi piace scrivere ciò che mi piace leggere: di personaggi che hanno una natura più complessa e ricca di sfaccettature. Il femminile è più vicino a questo modello”. A parlare de “La donna nel noir” durante un interessante incontro – confronto organizzato nello storico “Salone Genovesi” della Camera di Commercio di Salerno da tre associazioni salernitane ” Inner Wheel Salerno Carf”, presieduto dalla professoressa Diana Sardone Di Lorenzo; “Soroptimist Salerno” , presieduto dalla dottoressa Angela Guerra e “Amici della Fondazione Menna”, presieduta dalla dottoressa Rosanna Belladonna, è stata la giornalista e scrittrice salernitana Piera Carlomagno, che è stata definita “la donna del noir salernitano”. Dopo i saluti della Presidente Diana Sardone del Club Inner Wheel Salerno Carf, che ha ringraziato tutti i partecipanti alla serata ed in particolare la dottoressa Marisa Fiorillo Della Monica, componente della Commissione Cultura del sodalizio innerino, responsabile del progetto , e dopo i saluti delle presidenti Rosanna Belladonna ed Angela Guerra che hanno sottolineato l’importanza del lavoro sinergico di tutte le associazioni del territorio per contribuire alla diffusione della cultura sul nostro territorio, è intervenuta la dottoressa Stefania Rinaldi, rappresentante del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Salerno, presieduto dalla dottoressa Angela Pisacane , che ha annunciato l’apertura del bando del concorso “Venere D’Oro”:” E’ riservato a tutte le imprenditrici salernitane e alle aziende innovative del territorio che fanno ricerca. Le iscrizioni si chiuderanno il 22 novembre”.
Piera Carlomagno ha anche parlato del suo nuovo libro che sta avendo un grande successo editoriale:” Una favolosa estate di morte” che vede protagonista l’anatomopatologa Viola Guarino, una donna determinata, forte ma anche romantica e fragile come lo sono un po’ tutte le donne:” Viola Guarino è un po’ ispirata a me stessa, è una donna che ha un forte intuito, che usa nel suo lavoro, una donna che incarna la terra di Basilicata, quella moderna , ma anche quella tradizionale, arcaica: è l’immagine di questa terra che io racconto nel libro”. Piera Carlomagno, nata a Salerno da genitori lucani ha sentito forte il bisogno di raccontare, in chiave noir , una terra che le appartiene:” La Lucania, Matera, un grande, meraviglioso paese del Sud, silenzioso ed elegante: un groviglio di pietra e luci soffuse”. Il libro inizia con il ritrovamento casuale dei corpi di due amanti abbracciati, molto noti in paese: Sante Bruno e Floriana Montemurro, uccisi in modo cruento. A scoprirli è un’attrice, Laura Venosa, che sta preparando la scenografia di un suo spettacolo ambientato nei calanchi di Pisticci. Viola Guarino si getta a capofitto nell’inchiesta mentre incombono i preparativi per la Festa della Bruna: durante la quale, il 2 luglio, da seicento anni, si celebra la Madonna nera che protegge Matera. Tante le vicissitudini e i colpi di scena che porteranno alla soluzione del caso. Piera nel libro, parla del dolore delle donne di Matera e, attraverso la mamma di Floriana, si sofferma anche a sottolineare l’importanza per una donna di avere un buon rapporto con il proprio padre: “Il rapporto col padre è tutto nella vita di una donna. Dal padre si cerca l’approvazione, l’attenzione: è come se fosse il primo amore della vita. E’ il padre che determina un po’ quello che sarà una donna nel futuro. Mio padre, Antonio, mi ha trasmesso l’amore per i libri e per la lettura”. E’ intervenuto anche il dottor Giuseppe Gallo, Vicepresidente della Camera di Commercio, che ha raccontato il suo essere lucano: ” Ho visto in questo libro tanti aspetti che fotografano la realtà della mia terra”.
Aniello Palumbo