Una difficile commedia, sabato 3 ai Barbuti

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Sabato 3 agosto 2024, alle ore 21.15, in largo Santa Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, per la XXXIX edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, Luci della Ribalta porterà in scena “Una difficile commedia”, scritta e diretta da Guglielmo Lipari. In scena: Vincenzo Triggiano, Anna Rapoli, Marco Abate e Mauro Collina (Ingresso 10 euro).

Una giovane coppia, formata da Francesco e Rosa, convive all’interno di una piccola ma originale mansarda. Francesco è un uomo di trentotto anni, si occupa principalmente di start up ed ha un sogno realizzarne una tutta sua producendo su scala mondiale boccette di vetro che contengano la fragranza dell’essenza dei luoghi del mondo, “Life Fragrance”. Rosa, di poco più piccola, è un’infermiera di un piccolo paesino della provincia campana che sente la maturità giusta per fare un passo avanti nella propria vita e realizzare il suo desiderio di essere madre.

SINOSSI L’equilibrio già precario tra i due verrà completamente stravolto quando si troveranno ad ospitare il fratello di lei, Antonio, per il periodo di assenza della madre, partita per un viaggio in Europa. Antonio soffre tuttavia di una particolare sindrome: nonostante infatti abbia solo trentasei anni, agisce e si comporta come fosse affetto da un’avanzata forma di demenza senile. SINOSSI La convivenza fra i tre, pur iniziata sotto le migliori intenzioni, sfocerà inevitabilmente in un collasso della coppia che, dopo i numerosi sforzi nell’assecondarlo, deciderà, su consiglio del medico di famiglia e psichiatra, il dottor Salvatore Biondi, di chiuderlo in un centro di assistenza in attesa del ritorno della madre. Antonio però ha in serbo una sorpresa per entrambi.

Perché la gente ha voglia di viaggiare? Perché da sempre l ’ uomo è attratto dalla scoperta? Ma soprattutto perché cerchiamo da sempre di catturare l ’ essenza delle cose attraverso uno sguardo, una foto, una story, un profumo…un preciso istante in cui proviamo a fermare la nostra vita? Queste sono alcune delle domande universali cui il nostro protagonista dà una risposta attraverso la produzione di una boccetta capace di evocare sensazioni intangibili in un oggetto concreto, fisico, materiale.

“Il nostro contenitore è il genere, la commedia, il più vasto di tutti – scrive Lipari nelle note di regia – la forma più alta di finzione, capace di contenere tutti gli altri generi e di trattare i temi che desideriamo portare alla ribalta nascondendoli in parte allo spettatore, tenendolo prigioniero del divertimento, comunicando l’amaro messaggio ingannandoci con dolci sorrisi. L’angoscia, le frustrazioni di una coppia vengono messe da parte da un’apparente risata di sfondo che si mostra facile, grossolana, per nulla intellettuale, ma che fa riflettere. Le luci fanno da contralto all’atmosfera, ora accompagnando con il loro calore i momenti esilaranti, ora isolando con freddo distacco la relazione diretta che si instaura tra i protagonisti della vicenda e il pubblico, che si renderà partecipe di una diatriba familiare e sarà chiamato ad ascoltare tutte le personali riflessioni di chi nella storia è invischiato. Tutto questo è commedia, ma più in fondo non è altro che semplicemente teatro”.