Dopo avervi proposto di operare insieme per “Dare un’anima alla Città”, ho pensato che occorreva iniziare a cercare di individuare obiettivi concreti.
Nell’accingermi a questa ricerca mi sono dato, però, un criterio di fondo : dovevo riuscire a trovare opportunità che avessero, almeno potenzialmente, la forza di autosostenersi economicamente anche se con possibili contributi, soprattutto di carattere strutturale, da parte delle istituzioni cittadine.
Mi sono, infatti, detto che non era possibile agire senza rendersi conto della realtà delle amministrazioni locali sulle quali, da alcuni anni, i “tagli” alle risorse si sono susseguiti con una cadenza impressionante con le conseguenti ricadute negative su quasi tutti i servizi erogati.
Per mia fortuna, ma spero che ciò riguardi tutta la città, ho trovato subito un piccolo tesoro.
Per diversi anni e fino alla sua morte ho potuto, periodicamente, dialogare con grande piacere con il prof. Michele Marotta.
Quando lo conobbi, era professore di sociologia presso l’Università La Sapienza di Roma oltre che generale dell’esercito,
ebbi la soddisfazione di trovarmi in contatto con una persona non solo di grande cultura ma con una “voglia del nuovo” capace di entusiasmare.
Frequentandone l’abitazione salernitana ebbi anche l’opportunità di sfogliare qualche pagina di uno dei tanti volumi che, in gran parta, la occupavano.
Successivamente, con mia grande sorpresa e piacere, mi sono poi dovuto rendere conto che i volumi salernitani erano solo una piccola parte di una grande biblioteca.
Ora la figlia, la professoressa Gemma titolare della cattedra di criminologia presso l’Università la Sapienza di Roma, ha raccolto il patrimonio librario del padre, ha fondato una associazionee, ha comprato dei locali al centro di Roma e sta cercando di valorizzare ciò che il padre ci ha lasciato.
I volumi raccolti sono circa 20.000 con una gran parte riguardante la sociologia, la filosofia e la storia.
Ma il bello, per noi, viene adesso!
I libri ora sono a Roma ma, dialogando con la professoressa Gemma, abbiamo pensato che il padre, originario delle nostre terre, sarebbe con,tento di tornare, anche se attraverso il suo lavoro, a Salerno.
Abbiamo pensato : vogliamo provare a far vivere la memoria di Michele Marotta in Salerno creando, intorno ai suoi libri, un
Centro Culturale che stimoli i giovani ad affrontare le difficoltà attuali non arrendendosi ma facendo della cultura e della formazione l’occasione sia per crescere intellettualmente che per “costruire opportunità di lavoro qualificate”?
Poichè la “Speranza” è una virtù cristiana non abbiamo sperato invano e la “Fondazione Salerno Contemporanea” , fondazione creata dal Comune e dall’Università di Salerno, si è già detta disponibile a cercare una soluzione che faciliti la realizzazione dell’obiettivo indicato.
A questo punto, mentre con la Fondazione studieremo le modalità per la eventuale collaborazione, nello spirito di questa rubrica, la parola passa a voi : desidererei ricevere idee, proposte, sollecitazioni, sfide che possano aiutarci a riempire di contenuti – anche utopici – questa idea. Mi auguro di ricevere molte vostre lettere sul sito del giornale!