Un inno per la promozione della Salernitana in Serie A. La promessa del regista teatrale, cantante e attore Claudio Tortora.

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La prima partita vista allo stadio Vestuti del noto regista teatrale, attore, cantante, organizzatore del “Premio Charlot” e patron del “Teatro delle Arti”, Claudio Tortora, è stata Salernitana – Cosenza del Campionato 1965 -66:” Finì 0-0 . Andai in curva con i miei amici, tra i quali vi erano Antonio Olivieri e Mario Manconi. Era il mese di marzo e pioveva. Tom Rosati era l’allenatore della squadra che era composta da calciatori come : Lorenzo Piccoli, Severino Josio, Giuseppe Morosi, Silvano Scarnicci, Giampaolo Cominato, Pierino Prati, Sandro Minto, Mario Sestili, Giuseppe Corbellini. Il Presidente era Michele Gagliardi e il Segretario Bruno Somma. Quell’anno, dopo 10 anni tornammo in Serie B superando di un punto proprio il Cosenza che in casa, allo stadio San Vito, ci aveva battuti 2- 0 con i gol di Marmiroli e Campanini, un centravanti che segnava sempre tanti gol. In effetti la stagione finì a pari punti, ma la Salernitana recuperò la gara contro l’Aquila, che era stata rinviata. Pareggiammo 0-0 e quel punto ci consentì di finire il campionato al primo posto in classifica”. In quella partita Claudio Tortora rimase colpito dal gioco di Pierino Prati:” Proveniva dalla Primavera del Milan e in quel campionato segnò 10 gol nonostante il grave infortunio che subì a Torre Annunziata quando, nella partita contro il Savoia, Prati si scontrò violentemente con un giocatore avversario. Nel primo tempo aveva segnato anche il suo ottavo gol. Nel secondo tempo il grave incidente gli causò la frattura di tibia e perone che lo costrinse a stare lontano dai campi di gioco per ben quattro mesi. Tornò a giocare proprio contro il Savoia, allo stadio Vestuti, segnando il suo nono gol. L’ultimo lo segnò contro la Sambenedettese che perse 3-0. Poi Prati lasciò la Salernitana e andò a giocare con il Milan. Tornò a Salerno nel settembre del 1970 per disputare una partita amichevole: Salernitana – Milan che perdemmo 4-0 con tre gol di Pierino Prati, di cui uno su passaggio di Rivera. Di quella partita ricordo il bel gioco di Rigotto che scartò più volte anche il ferocissimo difensore del Milan, Schnellinger, che giocava nella nazionale tedesca”. Tortora ha ricordato anche un’altra amichevole della Salernitana giocata con il Napoli di Sivori e la prima partita in serie B del campionato 1966 -67:” Perdemmo in casa con il Messina che segnò due gol. Fu una delusione perché pensavamo di rimanere in serie B a lungo e invece finimmo il campionato al ventesimo posto retrocedendo in Serie C”. Tortora in quegli anni frequentava il Liceo Scientifico “Giovanni Da Procida”: ” La sede allora stava in Piazza San Francesco, di fronte al Liceo Tasso”. Claudio Tortora è nato nell’ambiente calcistico. Il papà, Alfonso Tortora, è stato presidente della Paganese dal 1948 al 1957 :” Ero piccolissimo e non ho visto nessuna partita della Paganese. La mia prima partita l’ho vista con la Salernitana”. Tortora da ragazzino giocava a pallone:” Con i miei amici del “Bar D’Amore” partecipavamo a dei tornei di calcio. Giocavo ala destra perché ero abbastanza veloce avendo fatto atletica”. Tortora ha continuato a giocare a calcio:” Ricordo che quando dirigevo il settore spettacolo dell’emittente televisiva locale “Tele Salerno 1” organizzammo una partita contro la squadra di “Telecolore”. Vincemmo 2-1 con un mio gol e quello del mio compianto amico Aldo Voto. Registrammo anche la partita con il commento di Maurizio Isida”. Tortora ha seguito la Salernitana anche in trasferta:” Ricordo quella a Barletta dove si scatenò l’inferno dentro e fuori dallo stadio. Ci nascondemmo dietro le macchine per evitare di scontraci con i tifosi del Barletta”. Tortora ha visto anche le partite dei campionati di serie A: ” Era una grande emozione vedere quei giganti del calcio giocare contro di noi che però giocavamo bene”. A un certo punto Tortora smise di andare allo stadio, esattamente dopo la tragedia verificatasi sul treno che riportava a Salerno i tifosi della Salernitana che avevano assistito all’ultima partita del campionato di Serie A con il Piacenza:” Quell’anno l’entusiasmo dei tifosi era alle stelle. Anche io fui coinvolto da quell’entusiasmo incredibile. Con Marcello Ferrante facemmo un CD con le canzoni dedicate alla Salernitana tra le quali l’inno “Grazie Ultras”. Donammo il ricavato delle vendite agli alluvionati di Sarno”. Per quell’entusiasmo, forse eccessivo, che si era creato intorno alla squadra, Tortora si sente un po’ in colpa:” Tutti abbiamo contribuito a quella tragedia. Tutti avevamo perso un po’ la testa. Anche noi, probabilmente, con le nostre canzoni avevamo contribuito ad esaltare un po’ troppo gli animi”. Tortora ha scritto anche la parodia della famosa canzone “Tanto ‘pe cantà”:” Su quella melodia scrissi il testo che iniziava così:” Tanto in serie A ci andiamo noi della Salernitana”. Con Renato Santese andammo al Club di Ciccio Rocco per fargliela ascoltare. La domenica tutti i tifosi la cantarono allo stadio. Ho sempre avuto un bel rapporto con tutti i tifosi dei Club Salernitani. Con tutti quelli che hanno organizzato il tifo e hanno realizzato qualcosa di veramente stupendo a Salerno quando il tifo era partecipato, vero, sentito. Oggi c’è un po’ un momento di distacco. Io spero che non si spenga mai l’entusiasmo per la propria squadra. Chi fa il calcio, come ha detto Papa Francesco ai dirigenti e ai calciatori delle squadre di Juventus e Lazio, ha una notevole responsabilità: ”Coloro che sono considerati ‘campioni’ diventano facilmente figure di riferimento”. Non devono deludere e tradire i tifosi, soprattutto i giovani”. Tortora si augura di poter scrivere quanto prima un inno per la promozione della salernitana in Serie A:”Mi farebbe piacere. E’ importante però rimanere tutti calmi”. Claudio Tortora accompagnato da Marcello Ferrante al piano ha cantato in tutte le feste della Salernitana:” Ho sempre partecipato da tifoso più che da artista. Abbiamo cantato gli inni della Salernitana anche durante la festa organizzata allo Stadio Vestuti, per la promozione della Salernitana in Serie B nell’anno 2015”. Per Tortora i più grandi giocatori della Salernitana, oltre a Pierino Prati, sono stati :” Rigotto, che era un funambolo del pallone; Di Vaio, Gattuso, Breda, Di Bartolomei che è stato la bandiera della Salernitana. Non bisogna dimenticare i calciatori salernitani come: Mimmo Gentile, Roberto Chiancone, Silvano Scarnicci, Marco Pecoraro. Giocatori di talento che però, essendo salernitani, non sono stati molto apprezzati”. L’allenatore migliore per Tortora è stato Delio Rossi:” E’ quello che ci ha fatto andare in serie A. Per quelli della mia generazione vedere la Serie A è stato un’emozione incredibile. Mi auguro che si possa tornare nella massima serie quanto prima: è un augurio che faccio alla Salernitana e ai giovani che vanno allo stadio e sostengono la squadra”. Claudio Tortora ha ricordato anche di quando con il gruppo cabarettistico de “La Rotonda”, fondato con Gaetano Stella e Giorgio Sabatino, ha spesso divertito i calciatori della Salernitana di Delio Rossi:” Tutta la squadra veniva a vederci ogni martedì al teatro” Il Ridotto”. Per Delio Rossi io, Antonio La Monica e Giuliano Avallone, eravamo un po’ il portafortuna della squadra e qualche volta ci ha chiesto di seguire la squadra anche in trasferta per fare uno spettacolo in albergo, per divertire la squadra. Puntualmente la Salernitana vinceva sempre”. Il Presidente migliore? “ Aniello Aliberti. E’ stato quello che è riuscito a fare a Salerno quello che altri non sono riusciti a fare”. Tortora ha anche raccontato di aver fatto conoscere il calciatore Bettarini a Simona Ventura:” La chiamai per presentare la festa della Salernitana e gli presentai Bettarini. Poi venne a presentare il “Premio Charlot” accompagnata da Bettarini. Oggi su Twitter mi ricorda sempre, simpaticamente, di essere stato io la causa del loro incontro”. Per Tortora la Salernitana è una cosa meravigliosa:” Se però vista con l’occhio dello sport, dell’entusiasmo, del sentimento: La Salernitana è un Amore “.

Aniello Palumbo.