Da questa mattina le udienze dell’Ufficio del Giudice di Pace si tengono presso il Tribunale di Eboli. Completato a tempo di record il trasferimento al primo piano del palazzo del Tribunale di via Falcone, in questo modo è stato possibile trasferire le udienze penali del Giudice di Pace, consentendo celerità e certezza nell’amministrazione della giustizia sul territorio.
«Abbiamo mantenuto gli impegni assunti con il Ministero, con il Tribunale di Salerno, con i cittadini e con gli operatori della giustizia – commenta il sindaco, Massimo Cariello -. C’è stato un grande impegno da parte nostra, perché oltre agli impegni da mantenere avevamo la volontà di dare risposte ai cittadini ed al territorio. Avere accorciato i tempi è sintomo di organizzazione e collaborazione, per raggiungere obiettivi importanti come questo, per il quale si è spesa l’intera maggioranza consiliare, sostenendo la scelta».
L’intero primo piano assegnato alle attività del Giudice di Pace, sia penali, che civili. Il Comune è intervenuto con una manutenzione straordinaria per l’adeguamento dei locali, ritinteggiando le pareti in modo da offrire locali messi al meglio per gli operatori ed i cittadini. Entro la prima settimana di luglio ci sarà la cerimonia di consegna, con la presenza del presidente del Tribunale di Salerno, Pentagallo. L’alto magistrato consegnerà al Comune di Eboli l’intera struttura amministrativa, un atto che rappresenta l’indispensabile passaggio per l’autonomia del Giudice di Pace di Eboli e la sua piena legittimità a mantenere l’Ufficio in città. «Oggi Eboli, con il Giudice di Pace ed il Tribunale al secondo piano, fin quando ci saranno attività ordinarie, ha una vera e propria cittadella giudiziaria – annunciai vicesindaco, Cosimo Pio Di Benedetto -. Contiamo di trasferire anche la sezione civile entro la fine di giugno, in modo da completare il trasferimento dell’Ufficio. Con i nuovi locali, il Comune di Eboli risparmia otre 120mila euro ogni anno per i locali, risorse che saranno utilizzate per altre attività in favore della comunità».