a cura della D.ssa Giovanna Valente, Farmacista (lauree specialistiche in Farmacia e Farmacia Industriale) iscritta all’Ordine della Provincia di Napoli dal 2011.
In Italia sono decine di migliaia le donne colpite dal tumore al seno nell’arco di un anno e 400.000 mila le pazienti che stanno combattendo contro questa malattia.
La diagnosi è tra quelle più frequenti rispetto alle altre forme di tumore sfiorando il 30%.
La possibilità di guarigione completa se il tumore è scoperto in tempo è dell’80% rispetto a 20 anni fa in cui la percentuale era solo la metà.
Il tumore della mammella si sviluppa dalla componente ghiandolare di questa costituita da una serie di lobuli ghiandolari e di dotti che portano il latte fino al capezzolo:la tipologia più comune di tumore ha origine dalle cellule che rivestono questi dotti e prende il nome di “duttale”.il tumore che ha origine dai lobuli è definito lobulare ed è meno frequente.
Questi tumori nella maggior parte dei casi sono invasivi,sono dotati di potenziale metastatico ma non è infrequente ritrovare una forma in situ che ha uno sviluppo locale e non può dare metastasi. Esistono poi forme più rare come carcinoma midollare e mucinoso che hanno una buona prognosi generalmente caratterizzate da una buona prognosi.
Una forma rara di esordio del carcinoma mammario è il carcinoma “infiammatorio”in questo caso la mammella è edematosa,gonfia rivestita da cute calda e arrossata. Quando il tumore si diffonde, le cellule cancerose, oltre ad essere presenti nella mammella,invadono i linfonodi ascellari per via linfatica:la diffusione rappresenta un rischio anche per altri organi quali ossa, fegato,i polmoni che possono essere raggiunti attraverso il circolo ematico.
É il momento di rivolgersi al medico nel momento in cui alla vista o al tatto fossero presenti: una o più formazioni nodulari della mammella,protuberanze o ispessimenti della mammella o della zona ascellare,variazione di forma e dimensione della mammella,secrezione di liquido dal capezzolo,infossamenti o rilievi sulla superficie,cambiamenti dell’aspetto della pelle,del capezzolo o dell’areola,come gonfiore arrossamenti,oppure sensazione di calore. È bene ricordare che il dolore al seno non è un sintomo di tumore al seno.
La prevenzione è fondamentale perché individuare un tumore ancora molto piccolo aumenta notevolmente la possibilità di curarlo in modo definitivo. Anche se meno spesso, questo tumore colpisce anche la popolazione maschile pur se in una percentuale bassa. Nell’uomo prende nome di tumore della “maturità” in quanto colpisce tra i 60-70 anni. Le tecniche diagnostiche sono le stesse impiegate nel tumore femminile.
La prevenzione del tumore del seno deve cominciare a partire dai 20 anni con l’autopalpazione eseguita con regolarità ogni mese.
E’ indispensabile, poi, proseguire con controlli annuali del seno eseguiti dal ginecologo o da uno specialista senologo affiancati alla mammografia annuale dopo i 50 anni o all’ecografia, ma solo in caso di necessità, in donne giovani.
La mammografia ,ovvero la radiografia della mammella consente di scoprire la presenza di noduli,microcalcificazioni di una possibile neoplasia.
L’ecografia usa gli ultrasuoni per rilevare la presenza o la natura di un nodulo solida o liquida.
Per una diagnosi più approfondita,i medici utilizzano l’agoaspirato, esame durante il quale si preleva un campione di cellule da un nodulo mammario e inviato ad un patologo per ottenere un esame citologico.
L’agobiopsia è una tecnica che consente di prelevare un campione di tessuto da una zona ritenuta sospetta potendo così effettuare un esame istologico. Biopsia escissionale che è asportazione totale o parziale di un nodulo effettuata da un chirurgo per essere analizzata da un patologo.
Per la prevenzione del cancro gli esami di controllo periodici sono importanti, ma anche un corretto stile di vita contribuisce a ridurre drasticamente il rischio di ammalarsi.Per raggiungere questo importante traguardo di prevenzione le regole da adottare sono molto semplici e riguardano in modo particolare alimentazione ed esercizio fisico,
Diversi studi scientifici hanno dimostrato, l’utilità della dieta mediterranea nel ridurre il rischio di tumore e nelle ricadute del cancro del seno in donne già colpite. Ora si sta valutando l’utilità della stessa dieta nella prevenzione primaria, ovvero in chi non ha ancora sviluppato la malattia.
Alla base di questa alimentazione c’è un apporto elevato di fitoestrogeni (ormoni vegetali simili agli estrogeni femminili che sono contenuti principalmente nella soia e nei suoi derivati, ma anche nelle alghe, nei semi di lino, nel cavolo, nei legumi, nei frutti di bosco, nei cereali integrali). Vanno limitati gli zuccheri raffinati,
Ancora: si consiglia di consumare molte cruciferee (rape, senape, rucola, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, ravanelli, cavolo) perché agiscono in modo positivo nei confronti del metabolismo degli ormoni.
Infine, è bene privilegiare il pesce rispetto alle altre proteine animali, accompagnato da grandi quantità di fibre (attraverso il consumo di frutta, cereali, verdura, legumi).
Oltre alla qualità del cibo conta anche la quantità: è importante non eccedere con le calorie introdotte che devono essere calcolate in base all’età, al peso, al tipo di attività svolta e a diversi altri parametri personali.
Vanno evitate le abitudini voluttuarie, cioè quelle abitudini che danno piacere ma sono pericolose per la salute come il fumo o il consumo eccessivo di alcol.