“Autobus- auto che prima di entrare in garage bussa”. “Caseificio – chi ogni giorno fa casa e ufficio”. “Arpia – ragazza religiosa e pia che suona l’arpa” sono solo alcuni degli oltre mille simpatici e divertenti vocaboli che il noto pittore salernitano Angelo Batti, con grande ironia, ha elencato,” Con traduzione sarcastica”, nel suo “Dizionario Umoristico “Treggatti”. (Con aforismi, curiosità, poesie ed Arte) della lingua più o meno italiana” nel quale vengono citati anche alcuni pittori famosi come il Parmigianino:” Il cui nomignolo gli fu dato dai genitori, poiché sin dall’infanzia amava far scorpacciate di scaglie di parmigiano in un panino”. Anche alcune città, quelle dai nomi bizzarri o un po’ osé vengono citate nelle pagine del libro, come :”Strangolagalli”, in provincia di Frosinone; “Belsedere” in provincia di Siena; “Godo” (Ravenna); “Tromba” ( Assisi); “Fallo”, (Chieti); “Gnocca”, (Porto Tolle – Rovigo); “Occhiobello”, (Rovigo); “Bastardo” , (Perugia). Esilaranti le poesie goliardiche come “ ‘A televisione”, “ ‘O Telefono”, “ ‘A Vendetta”, “ ‘O Capitone”, o “Fessarie ‘e Cafè”. Nel libro ci sono anche poesie malinconiche, romantiche o commoventi, come “L’auciello geluso”. “Treggatti” è una sintesi del pensiero di Angelo Batti, non priva di autoironia, non priva di accenti malinconici, non priva di sublime erotismo. Una “enciclopedia” che non raccoglie fredde conoscenze, ma riflette il dinamismo di un’anima in continua tensione”, ha scritto nella postfazione la scrittrice napoletana Dora Cartella, grande amica del pittore salernitano conosciuto a livello internazionale per essere stato protagonista di innumerevoli mostre in tutto il mondo e per aver vinto numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero. Nel libro il pittore Batti, che ha frequentato lo studio dell’acquerellista tedesco Giovanni Brasch e del maestro Michele Giordano, ha inserito anche le immagini di alcune sue opere come i suoi stupendi e sensuali nudi di donna per i quali è famoso; il quadro “Quelli dell’Apocalisse”, con i maggiori dittatori del mondo che è una denuncia alla distruzione umana, ai valori dell’uomo; il quadro “Auschwitz”, dove l’immagine di Hitler sovrasta quella di cinque bambini ebrei rinchiusi in un campo di concentramento, dietro un filo spinato, con lo sguardo triste e malinconico, ma anche accusatorio, rivolto al mondo che assiste inerte al dramma della guerra; il ritratto di “Giovanni Paolo I”, custodito nella Pinacoteca Vaticana, e quello di San Pio. Nelle ultime pagine del libro le foto con i personaggi importanti conosciuti da Batti e i tanti riconoscimenti ricevuti in occasione delle sue tante mostre: a Boston, a New York, in Canada, in Germania. Batti ha vinto numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero tra i quali l’Oscar di Montecarlo, consegnatogli direttamente dal Principe Ranieri. Batti fa parte del “Comitato di Studi Europeo per le Arti e la Cultura” ed è membro di diverse Accademie Internazionali. Il suo nome e le sue opere compaiono anche nel sito dell’Archivio Monografico dell’Arte Italiana. Angelo Batti, oltre ad essere un grande pittore, è anche un musicista: suona la fisarmonica e le tastiere. Negli anni ’50 fondò un gruppo musicale che si chiamava “Lino e gli Aristocratici”. Ha anche scritto i testi per alcune canzoni di Pino Mauro e Fred Bongusto e vinto il Festival “Nuove Voci di Milano”, nel 1985, con la canzone:” Viva Garibaldi” e il “Festival di Salerno”, nel 1987, con la canzone “Il Pancino Brontolone”: entrambi i testi delle due canzoni sono riportati nel libro scritto in italiano e in vernacolo napoletano. Se chiedi al pittore Angelo Batti perché ha intitolato il suo libro “Treggatti”, ti risponde: ”Perché quello della “Treccani” esiste già”.
Aniello Palumbo