Nell’ambito della XXXIX edizione della rassegna teatro “Barbuti Festival”, presso Apollonia Hub, in via San Benedetto, nel centro storico di Salerno, doppio appuntamento per la “Notte dei Barbuti”, rassegna a cura di Brunella Caputo.
Venerdì 27 settembre 2024, alle ore 21.00, A.M.A. Factory andrà in scena con “Ridicola” di e con Annamaria Troisi (ingresso 10 euro).
RIDICOLA è un monologo liberamente ispirato a Il sogno di un uomo ridicolo di Dostoevskij. È la storia di una prostituta, la storia di una donna e del suo dolore, un dolore silenzioso e sapientemente nascosto agli occhi di un mondo che vede e che finge di non vedere. Un mondo pronto a giudicare senza farsi troppe domande, senza provare ad andare oltre l’immagine, oltre lo stereotipo; un mondo affaticato, abituato a sputare sentenze e prendere le distanze, con sconvolgente indifferenza, da ciò che solo in apparenza non lo riguarda. RIDICOLA è una donna che ha sempre fame, fame di tutto ciò che le manca. Affamata d’amore cerca nel vuoto della sua esistenza un motivo per vivere e nonostante sia appesantita da un profondo senso di inadeguatezza e di vergogna, ha il coraggio di porsi, con estremo candore e sincerità, domande universali, che toccano ognun di noi. Sarà salvifico l’incontro con “l’altro” e la scoperta che è possibile uno sguardo diverso sul mondo, uno sguardo libero dalla paura e dai pregiudizi e dove la parola amore raggiunge il suo significato più alto. Per restituire verità e concretezza a questo personaggio così incredibilmente fragile e brutale nella sua complessità, ho scelto di ricorrere al napoletano e in alcuni passaggi di affidarmi alla potenza evocativa di Erich Fried e Alda Merini.
Il giorno successivo, sabato 28 settembre 2024, alle ore 21.15, presso Apollonia Hub, per la Notte dei Barbuti andrà in scena “La Novella secondo Faber” (ingresso 10 euro).
La Novella secondo Faber, mette in scena la buona novella di Fabrizio De André per la regia di Francesco Pellizzari e Roberto Monte. La performance, interpretata da attori e musicisti, si configura come uno spettacolo tra musica e teatro sostenuto da una basilare idea drammaturgica. La narrazione segue i brani di De André intervallati da momenti teatrali e performativi con testi ricercati e in parte tratti dagli stessi vangeli apocrifi che avevano ispirato De André. Il concept album, cosi come la pièce ripercorrono alcuni momenti della vita di Gesù focalizzando l’attenzione sugli aspetti umani della figura di Cristo attraverso personaggi a lui vicini: Anna e Gioacchino, Maria e Giuseppe, le madri di Tito e Dimaco e lo stesso Tito. Un viaggio emozionale che lo spettatore intraprende a partire dal “laudate dominum” per giungere al “laudate hominem”: no, non posso pensarti figlio di dio ma figlio dell’uomo, fratello anche mio. Tra i testi recitati, lo straordinario frammento della notte del parto di Maria tratto da In nome della madre di Erri De Luca, lapidario nella sua struttura, intenso e umano riadattato nel tripartire Maria in tre Madri con i loro dubbi e certezze, sofferenze e gioie, disperazioni e speranze. Nello spazio evocato della stalla/rovina, laddove, per meglio dire, Maria costruisce intorno a sé uno spazio vuoto, invalicabile, personale dove lei e lei sola trova l’intimità del parto. Maria si spoglia della sua divinità per diviene qui la figura rappresentativa di tutte le madri: reale, vera, umana.
Il punto di vista sulla storia è quindi essenzialmente umano e l’umanità è il modo per leggere lo spettacolo. Umanità che si congela nella scena della deposizione, tableaux vivants dai rimandi manieristici, dove le madri piangono i loro figli: Maria consegna il manto rosso, simbolo di divinità alle altre Madri investendole della sua stessa essenza o all’opposto svestendosene per restare donna e madre. La performance si snoda per immagini serrate tra narrazione, canto e gestualità, trovando il suo essere contemporaneo e attuale in un impianto scenico simbolico e aperto ad altre verità
(Info 328/9079642) – www.bottegasanlazzaro.it – Fb – biglietti on line su www.postoriservato.it