Torna il Positano Teatro Festival, da venerdì 7 a domenica 9, Premio Annibale Ruccello a Mariano Rigillo.

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Il Positano Teatro Festival Premio Annibale Ruccello, non si ferma, la rassegna diretta da Gerardo D’Andrea che da vent’anni “offre uno sguardo sulla drammaturgia contemporanea, italiana e straniera”, quest’anno, grazie all’eccezionale attenzione che il sindaco Michele De Lucia e la sua Giunta hanno dimostrato, sin dal primo anno di amministrazione nel 2010, nei suoi confronti, avrà luogo, nonostante il momento difficile dettato dalle norme di sicurezza anti COVID,  nello scenario del suggestivo “Anfiteatro Piazza dei Racconti” i cui ampi spazi  consentiranno un regolare rispetto del distanziamento sociale.

“Non va dimenticato che si tratta sempre dell’unico “Festival a più alto tasso panoramico” – ricorda il sindaco Michele De Lucia – per la capacità di posizionare i suoi palcoscenici in ogni parte del suo territorio, dalle alture a picco sul mare appunto di Nocelle e Monterpertuso al Sagrato della Chiesa Madre, al Borgo di Liparlati, alla Garitta, alla Chiesa Nuova. Quest’anno la pandemia ci ha imposto di non poter fare il percorso itinerante, di ridimensionare dunque il programma solito del Festival che comprendeva 13 giorni di spettacoli per complessivi 16 occasioni di teatro, e dirottare le risorse comunali verso il sostegno di attività colpite dall’emergenza sanitaria”.

Anche se in sole tre serate di programmazione, la XVII Edizione conferma i suoi tradizionali intenti di offrire al pubblico occasioni di “ridere, riflettere e commuoversi”.

“Il Positano Teatro Festival celebra, nell’anno bisestile 2020, i vent’anni della sua storia. Quattro lustri, dunque, quando timidamente gli “organizzatori” – racconta il direttore artistico Gerardo D’Andrea – si affacciarono sulla bella spiaggia grande, nel giardino di San Vito, dietro agli stabilimenti, per dare il via alla prima edizione della rassegna teatrale. Positano, meta di artisti che vi soggiornavano in tutte le stagioni ma anche luogo attrattivo di tanti turisti, si presentava come il luogo più idoneo per rappresentare il teatro di prosa. E così, sollecitati, anche dalla storia di attori e attrici di cinema e teatro – continua – che trascorrevano lunghe serate in allegria al mitico bar De Martino, prese forma e sostanza nel 2000, la prima edizione del Festival, allestendo un cartellone con tre spettacoli”.

 

IL PROGRAMMA

Venerdì 7 agosto alle ore 20,45, la serata inaugurale del Premio Annibale Ruccello sarà dedicata alla figura di uno dei maggiori autori teatrali italiani, Raffaele Viviani, che sarà protagonista del recital di Antonella Morea dedicato alle figure femminili da lui descritte nelle sue opere. “Don Rafele, ‘a Zucconas e Bammenella. Il mondo della poesia e della musica di Raffaele Viviani”, questo è il titolo del percorso drammaturgico scritto da Delia Morea, che offre l’occasione di ascoltare le più belle canzoni, i monologhi e le poesie dell’autore stabiese, di cui la Morea è indiscutibilmente una delle più apprezzate interpreti, e che sarà accompagnata, in quest’occasione, dall’ensemble musicale diretta dal maestro Mariano Bellopede (pianoforte), da Franco Ponzo (chitarra) e Gianluca Mirra (batteria e percussioni). Lo spettacolo è a cura di Gerardo D’Andrea.

 

 

Subito dopo sarà il momento della consegna del Premio Annibale Ruccello 2020 a Mariano Rigillo, uno dei più importanti attori italiani, che ha più volte incontrato, nel corso della sua carriera, l’estro di Viviani, sin dagli anni settanta, quando fu scelto da Peppino Patroni Griffi come protagonista dello spettacolo  “Napoli, notte e giorno”. La serata sarà condotta dall’attrice Martina Carpi. Quest’anno l’autore del Premio è l’artista internazionale Chiara Dynis.

Sabato 8 agosto, alle 21,00, la sempre applaudita presenza del grande Enzo Moscato, con “Ritornanti” uno spettacolo che è entrato di diritto nella storia del teatro contemporaneo, in scena con Giuseppe Affinito.  “Ri-tornare, ri-percorrere, ri-sentire, ri-pronunciare, è, forse, l’atteggiamento – scrive Moscato nelle note – che pratico di più, e più spesso, con le mie cose di teatro”. Lo spettacolo è presentato dalla Compagnia Teatrale Enzo Moscato e da Casa del Contemporaneo

Domenica 9 agosto, alle 20,45, l’istrionica verve attoriale di Roberto Azzurro propone un originale ritratto teatrale dell’affascinante figura del dandy francese Boniface de Castellane dal titolo “L’arte di essere Bonì”, con l’accompagnamento musicale del pianista Matteo Cocca.

 

Al termine della rappresentazione sarà consegnato dal sindaco Michele De Lucia il Premio La Pistrice – Città di Positano ai fratelli Gabriele e Daniele Russo, rispettivamente regista e protagonista dello spettacolo “Le cinque rose di Jennifer” di Annibale Ruccello, produzione Teatro Bellini di Napoli. Lo spettacolo, per l’originale regia di Gabriele Russo e per la bella interpretazione di Daniele Russo, ha ricevuto grande consenso di pubblico e di critica.

La serata sarà condotta dall’attrice Martina Carpi.

 

 

Venerdì 7 agosto alle ore 20,45

SERATA INAUGURALE

 

Antonella Morea

In

DON RAFELE, ‘A ZUCCONAS E BAMMENELLA

IL MONDO DELLA POESIA E DELLA MUSICA DI RAFFAELE VIVIANI

di Delia Morea

alla Direzione Musicale il maestro Mariano Bellopede

con

Mariano Bellopede (pianoforte) Franco Ponzo (chitarra) Gianluca Mirra (batteria e percussioni)

 

Fu in  un lontanissimo Festival di Spoleto  – con lo spettacolo “Napoli notte e giorno”, composto da due atti unici  “Tuledo ‘e notte” e “La musica dei ciechi”, con la regia di Peppino Patroni Griffi, le scene e i costumi di Nando Scarfiotti (futuro premio Oscar nel 1988 e candidato allo stesso nel 1993),  le musiche dell’autore rielaborate e orchestrate da Fiorenzo Carpi e con Mariano Rigillo superbo protagonista – che Raffaele Viviani si trasformò ai miei occhi da “autore regionale” (poco e male rappresentato) in “autore nazionale e internazionale”.

Da allora a oggi, un interesse continuo mi ha legato alla sua scrittura, percependolo come commediografo, musicista, poeta e attore di raffinata sensibilità. Il suo potere di sintesi (quattro endecasillabi sono sufficienti per sapere tutto di Nannina, protagonista di “Piazza ferrovia”, cosa era e cosa era diventata a causa di Alberto, il protagonista maschile) ha sempre guardato là dove tutti gli altri hanno invece distolto lo sguardo.

Il Nostro ha rappresentato, senza mai ricorrere al make-up letterario, un’umanità sofferente e vessata, fatta di ultimi non per loro scelta. Infatti questa sua verità fu largamente avversata durante il ventennio con il “consiglio di lavare i panni sporchi in famiglia”. Il potere di allora voleva che i poveri fossero rappresentati come la società borghese voleva, assolvendo sé stesso da tutte le responsabilità, le colpe e le mancanze che ne avevano determinato la condizione. Con Viviani si scopre che quelli che parlano sempre di soldi sono proprio i poveri, che ne sentono la struggente mancanza per la sopravvivenza e che gli stessi per fame e privazioni diventano vittime e carnefici, facendo scoprire in seguito la vera essenza del popolo napoletano fatta di dignità, amore, compassione, fantasia e riconoscenza.

Con lo spettacolo di stasera ho voluto analizzare, per sommi capi naturalmente, la poesia e la musica di don Rafele ricorrendo alla straordinaria voce di Antonella Morea e a un sound d’epoca ricreato dal Maestro Vittorio Cataldi.

Spero che venga fuori almeno una parte della mia immensa ammirazione per Raffaele Viviani, autore da pensare come contemporaneo. E se aveste voglia di realizzare la grandezza internazionale del nostro, vi consiglio di vedere, in lingua tedesca con sottotitoli, quando ci sarà la prossima tourné in Italia, I dieci comandamenti, opera postuma di Viviani, con la regia del maestro svizzero-tedesco Christoph Marthaler.

Gerardo D’Andrea

 

 

Venerdì 7 agosto alle ore 22,00

CERIMONIA DI CONSEGNA DEL

PREMIO ANNIBALE RUCCELLO 2020

XVII EDIZIONE

 

all’attore e regista

MARIANO RIGILLO

Conduce la serata MARTINA CARPI

PREMIO ANNIBALE RUCCELLO 2020

XVII EDIZIONE

 

all’attore e regista

MARIANO RIGILLO

Conduce la serata MARTINA CARPI

Ha diretto la Scuola di Teatro dello Stabile di Napoli Teatro Nazionale, dal 2016 al 2020.

Diplomato all’Accademia nazionale d’arte drammatica, ha avuto come maestri Orazio Costa e Sergio Tofano. Nella seconda metà degli anni sessanta, si afferma in teatro cimentandosi sia nel repertorio classico (Seneca, Giordano Bruno, Shakespeare, Goldoni) che moderno (Bertolt Brecht, Pirandello, Giuseppe Patroni Griffi). La collaborazione con Giuseppe Patroni Griffi lo impegna in teatro, con “Napoli, notte e giorno” e “Napoli, chi resta e chi parte”, e gli consente di debuttare nel cinema con “Metti, una sera a cena” (1969). Qualche anno dopo interpreta Nino Bixio in Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato di Florestano Vancini, del 1972.

Nel 1974 torna al teatro con “Masaniello” di Elvio Porta e Armando Pugliese. In quegli stessi anni partecipa a numerosi spettacoli di prosa adattati per la televisione, tra i quali Il mulino del Po di Sandro Bolchi, del 1971, “La morte di Danton” di Georg Büchner e “La trilogia della villeggiatura” di Goldoni, per la regia di Mario Missiroli. In televisione è protagonista dello sceneggiato “Dov’è Anna?“ per la regia di Piero Schivazappa e di “Saturnino Farandola”, sceneggiato a puntate tratto dal romanzo di Albert Robida trasmesso dalla Rai nel palinsesto pomeridiano per i ragazzi.

Interessanti sono state le sue rivisitazioni del teatro di Raffaele Viviani, di cui ha curato l’allestimento di “Pescatori”, nel 1981 e di “Zingari” nel 1982. Per la messa in scena e l’interpretazione  di Pescatori riceve il premio  della Critica Teatrale nel 1982.  Al cinema ricordiamo la sua apparizione ne “Il postino” di Michael Radford  e Massimo Troisi e “Un uomo perbene” di Maurizio Zaccaro.

Tra il 1999 e il 2000 ha portato in tournée teatrale “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht, nel ruolo del protagonista, con la regia di Gigi Dall’Aglio

Nel 2017, è tra gli interpreti della serie Rai de “I Bastardi di Pizzofalcone” tratta dai libri di Maurizio De Giovanni e diretta da Alessandro D’Alatri.

Nel 2006 è tra gli interpreti della miniserie della Rai Eravamo solo mille. Sempre per la RAI, in “Nebbie e delitti”, con Luca Barbareschi, dove Rigillo interpreta un solerte e, a volte, ironico questore. Nel 2008 vince il Premio “Città di Trieste” Alabarda d’oro. Nel 2010 prende parte al cast della famosa fiction di Raiuno Capri 3, insieme ai colleghi Lando Buzzanca, Lucia Bosè, Gabriele Greco e Bianca Guaccero. Nel 2011 vince il Pegaso d’oro del Premio Flaiano alla carriera. In teatro lavora anche accanto alla sua compagna Anna Teresa Rossini (tra cui Buongiorno contessa e Romolo il Grande – 2009, di Friedrich Durrenmatt, Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello – 2012) accanto alla quale ha interpretato anche il film Le Grandi Dame di Casa d’Este nel 2004. Uno dei figli, Ruben, è anch’egli uno stimato attore.

 

ALBO D’ORO delle PASSATE EDIZIONI del Premio Annibale Ruccello assegnato a:

 

 

 

 

 

ALBO D’ORO PASSATE EDIZIONI

2002  Enzo Moscato

2003  Isa Danieli

2004  Fausto Paravidino

2005  Fausto Russo Alesi

2006  Compagnia Elicantropo

2010  Michele De Lucia, Sindaco di Positano, per aver ridato vita al Festival

2011  Spiro Scimone

2012  Peppino Mazzotta

2013  Leopoldo Mastelloni

2014  Enzo Vetrano e Stefano Randisi

2015  Giuliana De Sio

2016  Mario Martone

2017  Lina Sastri

2018 Gianfelice Imparato

2019 Renato Carpentieri

Il premio Annibale Ruccello quest’anno è un’opera dell’artista

CHIARA DYNYS

Chiara Dynys è nata a Mantova e lavora a Milano. Sin dall’inizio della sua attività, nei primi anni Novanta, ha agito su due filoni principali, entrambi riconducibili a un unico atteggiamento nei confronti del reale: identificare nel mondo e nelle forme la presenza e il senso dell’anomalia, della variante, della «soglia» che consente alla mente di passare dalla realtà umana a uno scenario quasi metafisico.

Per fare questo utilizza materiali apparentemente eclettici, che vanno dalla luce al vetro, agli specchi, alla ceramica, alle fusioni, al tessuto, al video e alla fotografia. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in importanti musei e istituzioni culturali pubbliche e private italiane ed estere.

 

Sabato 8 agosto, ore 21,00

 

Compagnia Teatrale di Enzo Moscato/Casa del Contemporaneo

presenta

 RITORNANTI

  recital da

“Spiritilli” “Palummiello” “Cartesiana “

di e con

ENZO MOSCATO

e con Giuseppe Affinito

regia ENZO MOSCATO

organizzazione Claudio Affinito

Ri-tornare, ri-percorrere, ri-sentire, ri-pronunciare, è, forse, l’atteggiamento che pratico di più, e più spesso, con le mie cose di teatro.

Soprattutto all’ indomani della prima di un nuovo spettacolo, quando, magari, (e miracolosamente) mi sia riuscito di mettere a punto qualche significativa svolta, formale o tematica, lungo il mio, non sempre lineare, camminare drammaturgico: qualche nuova rottura, qualche nuovo azzardo, qualche inedito desiderio di “ferita” o salto, linguistici, nell’ ignoto vuoto dell’“espressivo” (rubo, con piacere, questo termine, ad Anna Maria Ortese).

Del resto, nessuna parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro. Nessun movimento, nessun gesto, nessun respiro, già vissuti, dovrebbero venir considerati finiti, de-finiti, esautorati. Morti.

Il nomadismo della ricerca, lo spostamento continuo del limite attraverso i suoi territori, non dovrebbe esser disgiunto mai dal rassicurante, naturale, portarsi appresso sempre le proprie cose, il proprio passato, le proprie masserizie, ideologiche o grammaticali: passi già percorsi, sentieri già battuti, contagi e mali gia’ esperiti, o, magari (chissà?) per quale grazia o imperscrutabile sventura, già scampati, mai avuti.

Non per riproporli, certo, così come sono o come sono stati, bensì per fare esattamente il contrario: farli agire, respirare, dibattersi, accanto o dentro un nostro spirito cambiato, nuovo; accanto o dentro un nostro differente modo di capirli o percepirli, e, con essi, con questi “altri” sentimenti, investirli, nutrirli, vivificarli. In una parola: ri-amarli.

E, attraverso noi, sperare che anche il pubblico sia colto dallo stesso, medesimo, irresistibile “coup de foudre“.

Enzo   Moscato

 

 

 

 

Domenica 9 agosto, ore 20,45

ORTENSIA T

presenta

Roberto Azzurro

 L’ARTE DI BONÌ

dalle memorie di Boniface de Castellane

Progetto, drammaturgia e regia

Roberto Azzurro

Al pianoforte

Matteo Cocca

 

Nel 1925 il conte Boniface de Castellane pubblicò a Parigi L’ARTE DI ESSERE POVERO, un libro di memorie che prendeva l’avvio dal divorzio dall’ereditiera americana Anna Gould. Considerato tra gli uomini più eleganti del suo tempo, dilapidò le ricchezze della moglie per comprare abiti di lusso, oggetti d’antiquariato, cavalli e castelli, e per costruire quel Palais Rose dove il “Re di Parigi” dette feste che sarebbero rimaste nella storia della Belle Époque. Eppure, dietro la maschera del dandy, c’era in Bonì una mente lucidissima. Viaggiatore, collezionista, mercante d’arte, Boni fu anche un politico acuto e vivace.

E dunque, mentre il pianoforte contrappunterà tutta la spettacolare conferenza, storicizzando le epoche con un repertorio che esplode tra Chopin e Bach, tra Dvorak e Mozart, ecco che si spengono le luci e, in abito da sera, come un attore di un immaginario circo/cabaret, appare Marie Ernest Boniface Conte de Castellane, passato alla storia come Bonì le roi de Paris.

E in questa immaginaria conferenza-spettacolo ripercorre la sua vita dorata e quindi il tempo della crisi, che va vissuto – ci dice – tenendo a mente le semplici regole de L’ARTE DI ESSERE POVERO:  perché se nascere ricchi è una fortuna, solo essere poveri può diventare un’arte.

 

seguirà

CERIMONIA DI CONSEGNA DEL

PREMIO PISTRICE – CITTÀ DI POSITANO

VIII EDIZIONE

a

GABRIELE RUSSO e DANIELE RUSSO

Gabriele e Daniele Russo, figli d’arte, hanno ricevuto dalle mani del papà, Tato Russo, il compito di continuare l’opera di direzione e conduzione del Teatro Bellini di Napoli, producendo spettacoli tratti dai testi dei più significativi autori del ‘900, da Osborne a Moravia, da Patroni Griffi a Viviani, collaborando con registi quali Luciano Melchionna, Alessandro Gassman e Roberta Torre. Gabriele, oltre a ricoprire il ruolo di Direttore artistico, ha firmato, tra gli altri, la regia di spettacoli quali “Arancia Meccanica” e “Le cinque rose di Jennifer”, entrambi interpretati, come protagonista, dal fratello Daniele, che a sua volta nel teatro Bellini ricopre dal 2010 la carica di presidente

CONDUCE LA SERATA MARINA CARPI

 

Albo d’oro precedenti edizioni

2013 Antonella Morea

2014 Mariano Rigillo

2015 Lucio Allocca

2016 Massimo Andrei

2017 Paolo Graziosi

2018 Maurizio De Giovanni

2019 Michele De Lucia (sindaco di Positano)