Da alcuni giorni è circolata sul web la notizia della radiottività di alcune scatoletta di tonno economico perché il contenuto proverrebbe da pescato delle acque del Giappone.
Agostino Macrì, esperto di sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori, in un comunicato dell’associazione smentisce la notizia. Quanto diffuso sul web, secondo l’esperto non corrisponde al vero perché “ Le aree geografiche di cui si parla sono in realtà molto vaste (FAO 61 è l’Oceano Pacifico del Nord Ovest, zona che comprende appunto il Giappone; Fao 71 è invece l’area antistante le Filippine, l’Indonesia, la Papua Nuova Guinea e l’Australia del Nord) e solo nella Fao 71 si pesca il tonno pinne gialle venduto in scatola nel nostro Paese”. Il Macrì continua affermando: “che la zona di mare interessata dalla radioattività di Fukushima è limitata e comunque la contaminazione dovrebbe influire in modo minimo sulla sicurezza delle carni di tonno: occorrerebbe,infatti, molto tempo per ‘trasferire’ le piccole quantità di materiale radioattivo eventualmente presenti nelle acque marine nei tessuti dei grandi predatori quali sono i tonni. Inoltre, ricordiamo che le aziende di trasformazione sono obbligate a controllare le materie prime che utilizzano e quindi verificano anche l’eventuale presenza di radioattività nei tonni da inscatolare eliminando quelli positivi. Si deve, dunque, ragionevolmente ritenere -conclude Agostino Macrì- che per il nostro Paese non esistono pericoli significativi, consumando tonno in scatola”. Le affermazioni dell’esperto dell’Unione Nazionale Consumatori cercano ci rassicurano sulla qualità del tonno inscatolato in Italia, resta il fatto che in un’area, come il salernitano dove i giapponesi vengono a ritirare i tonni per il loro mercato, sarebbe meglio consumare tonno italiano.