“Toccare con gli occhi e vedere con le mani”. In questa frase è racchiuso il senso dell’intervento della professoressa Loretta Secchi, docente a contratto dell’Università di Bologna dove insegna Educazione estetica per l’integrazione: Percorsi di percezione ottica e tattile delle immagini artistiche, che è stata la protagonista dell’incontro intitolato “Toccare e creare le forme del pensiero” organizzato al “Circolo Canottieri Irno” dal “Rotary Club Salerno a.f.1949” presieduto dalla professoressa Maria Rosaria Lombardi che ha letto il ricco curriculum della professoressa Secchi, che è anche Curatore responsabile del “Museo Tattile di Pittura Antica e Moderna Anteros”, presso l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, di Bologna. La professoressa Secchi ha spiegato che i nostri sensi ci permettono di entrare in contatto con la realtà:” Perdere la vista è sempre un trauma e imparare la vita attraverso la tattilità è difficoltoso: toccare è una grande fatica. Il tatto, che è altamente conoscitivo, è un senso potente, soprattutto se in alleanza all’udito: occorre una perfetta sincronia tra l’enunciato e il gesto intenzionale che produce un pensiero visivo. Il tatto attiva le aree neuronali responsabili delle funzioni visive. Il nostro corpo è interamente coperto da recettori del tatto”. A questo proposito la professoressa Secchi ha anche spiegato il significato di propriocezione o cinestesia:” E’ la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli senza il supporto della vista. E’ considerata un sesto senso in quanto è regolata da una parte specifica del cervello ed è presente già nel feto di sette mesi , che comincia a distinguere gli stimoli esterni da quelli interni”. La professoressa ha richiamato le parole dello scultore e scrittore tedesco Adolf von Hildebrand: “Tutte le nostre esperienze di carattere plastico originano dal tatto: benché si tratti in realtà di un toccare contemporaneamente con la mano e con gli occhi”. Quando vi è una disabilità visiva è importante educare il non vedente ad utilizzare i sensi residui per comprendere la forma e il contenuto dell’opera d’arte. L’educazione estetica si persegue attraverso una vera e propria educazione alla tattilità, all’ascolto sincronico della descrizione in associazione a un gesto tattile intenzionale. Quando la persona non vedente acquista familiarità con questa modalità acquista sicurezza e impara a collegare più facilmente le forme al loro contenuto sviluppando le facoltà superiori della mente. In questo modo, dalla forma si passa al contenuto e anche alla sua estensione di significato simbolico, fino ad accedere alle metafore che sono trasporti di significato da un contesto all’altro”. Mentre le sculture possono essere toccate, i dipinti, per essere compresi dai non vedenti, devono essere trasformati in un disegno a rilievo:” Sempre più spesso nei musei ci sono dei pannelli descrittivi scritti in Braille. Negli ultimi anni in Italia c’è stata una crescita di percorsi inclusivi accessibili ai non vedenti. Con i fondi del PNRR si sta dando un rilancio ai progetti che prevedono la creazione di questi percorsi”. La professoressa Secchi ha spiegato perché è importante “toccare” la pittura: “La conoscenza dei valori di rappresentazione formale è fondamentale per la condivisione di concetti culturali su cui si fondano le strutture del pensiero e le categorie di spazio e tempo. La pedagogia speciale delle arti, inoltre, può guidare la persona minorata della vista non solo nello studio di contenuti culturali, ma anche nello sviluppo e nell’affinamento di competenze cognitive, senso motorie e psico – motorie individuali”. Secondo da professoressa Secchi l’educazione estetica sensoriale è importante anche per le persone vedenti:” Ci permette di riappropriarci della nostra dimensione ossia di una relazione coerente ed equilibrata tra sensi ed intelletto. Può farci riflettere sulla nostra cecità psicologica o su forme di inibizione che tendono ad irrigidire il nostro pensiero che invece deve restare flessibile”. La professoressa Secchi collabora stabilmente con la “Fondazione Sinapsi” che ha dato vita al “Museo Eidos” di Cava De’ Tirreni diretto dalla dottoressa Alessandra de Robertis, che è anche Direttore della “Fondazione Sinapsi” di Cava De’ Tirreni:” Il Museo Eidos” è dedicato ai non vedenti ed è ubicato nel Complesso Monumentale di Santa Maria al Rifugio di Cava De’ Tirreni” – ha spiegato la dottoressa de Robertis – “Abbiamo creato uno spazio espositivo dove sono esposte delle riproduzioni in bassorilievo, in gesso, di note opere pittoriche come l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, che , con l’aiuto di due guide esperte, vengono fruite da gruppi di ragazzi delle scuole, non vedenti, ma anche da quelli che non hanno problematiche visive, per comprendere la percezione visiva, la tattilità dello sguardo. Ogni restituzione plastica si inserisce in un percorso didattico progettato in base alle specificità di ciascun utente del museo”. Il Museo Tattile di Cava De’ Tirreni è stato fortemente voluto dal dottor Attilio Sofia, Past President del “Rotary Club di Cava De’ Tirreni” e Vice Presidente della “Fondazione Sinapsi” presieduta dal dottor Giovanni Carleo. Il dottor Vittorio Salemme, Past President del Club, ha ricordato che il “Rotary Club Salerno a.f.1949” ha fatto installare all’interno del quadriportico del Duomo delle tabelle in linguaggio Braille con dei disegni a rilievo vicino ai sarcofagi romani presenti nella cattedrale di Salerno in modo che anche le persone non vedenti possano conoscerne la storia e la forma.
Aniello Palumbo