Nel corso dell’ultima stagione balneare Arpac ha prelevato circa 2700 campioni di acqua di mare lungo l’intero litorale campano, suddiviso in 330 “acque di balneazione”. Sono stati 202, poco più del 7% del totale, i campioni del monitoraggio 2018 che hanno superato i limiti di legge per i parametri che determinano la balneabilità. Sono alcuni dei dati dell’ultimo monitoraggio delle acque di balneazione, condotto dall’Agenzia da inizio aprile a fine settembre.
«Circa il 23% delle acque di balneazione campane è stato interessato da un divieto quest’anno», dichiara Stefano Sorvino, commissario straordinario dell’Agenzia ambientale. «Il fatto che alcuni tratti di mare finiscano in divieto è il segno di un sistema di controlli attento, condotto dall’Agenzia secondo i dettami della normativa vigente, e i cui dati sono consultabili da tutti sul sito istituzionale dell’Ente. Molti divieti di balneazione, del resto, sono durati pochi giorni, causati dalle piogge che hanno sovraccaricato il sistema fognario».
Tra le acque interessate da divieti di balneazione, ci sono acque classificate di qualità “scarsa”, costantemente vietate, e acque classificate di qualità “sufficiente”, “buona” ed “eccellente”, interdette a causa di fenomeni temporanei di inquinamento, spesso solo per brevi periodi. «In occasione di forti piogge», sottolinea Sorvino, «in diverse località i collettori fognari sono stati sottoposti a un carico eccessivo. Infatti i divieti nella stagione balneare 2017, risultata molto più siccitosa, sono stati in numero inferiore. In molti casi, dopo che un tratto costiero ha superato il limite di legge per i parametri che determinano la balneabilità, al cessare delle piogge i prelievi supplementari, condotti nello stesso punto, hanno dato esiti favorevoli. I sindaci – osserva il commissario Arpac – hanno potuto così revocare i divieti di balneazione adottati pochi giorni prima».
«L’ultima stagione balneare – prosegue Sorvino – ha messo in evidenza alcune carenze infrastrutturali, in particolare quelle dei sistemi a fogna mista, dove le acque pluviali non sono separate dalle acque di fogna: quando, per effetto delle piogge, la portata dei reflui aumenta in maniera eccessiva, gli impianti di depurazione vengono by-passati per evitare danni». Prima dell’inizio della prossima stagione balneare, verranno di nuovo attribuite le classi di qualità alle acque di balneazione campane, in base ai risultati analitici dei quattro anni precedenti, così come prevede la normativa di settore. «Quest’anno non sono mancate le notizie positive», conclude il commissario Arpac. «Ad Atrani, Battipaglia, Minori e Sessa Aurunca, alcuni tratti costieri precedentemente classificati di qualità “scarsa” sono stati recuperati alla balneazione grazie ai lavori di adeguamento delle infrastrutture fognarie».