La terapia psicoanalitica, definita anche psicodinamica, è un approccio che si fonda sugli studi di Sigmund Freud, considerato il fondatore della psicoanalisi. I suoi studi affermano l’esistenza di una dimensione inconscia negli esseri umani, responsabile del comportamento e di alcuni disturbi psicologici. La terapia ha quindi l’obiettivo di rendere i pazienti consapevoli di queste forze e della loro influenza sulle emozioni e sulle azioni. Nonostante sia molto famosa tra i professionisti, spesso è ignorata dai pazienti, anche se la sua efficacia è stata largamente dimostrata.
A chi si rivolge la terapia psicoanalitica?
Questo approccio terapeutico è indicata per i più comuni disturbi mentali tra la popolazione, come ansia e depressione. Le persone che soffrono di questi problemi possono chiedere un consulto ai migliori specialisti in terapia psicoanalitica di Salerno, cliccando qui. Troveranno una selezione di psicologi disponibili anche per la terapia online, una modalità diventata molto popolare grazie alla maggiore flessibilità offerta rispetto a quella in studio.
In caso di depressione, esaminare l’inconscio può aiutare il paziente a capirne le cause sottostanti, soprattutto se il disagio si rivela resistente ad altre forme di terapia. Allo stesso modo, anche gli individui ansiosi invece ne possono trarre beneficio, poiché le paure possono derivare da episodi avvenuti nell’infanzia, tra cui traumi non ancora superati. Analizzare il passato e rivivere questi episodi può fornire una comprensione più profonda delle emozioni responsabili del disturbo.
La terapia psicoanalitica può aiutare anche gli individui che soffrono di bassa autostima e problemi relazionali, analizzando eventuali fasi della vita sottoposte ad eccessive critiche o aspettative, oppure a delusioni in campo affettivo.
Per molte persone è stata benefica anche per problemi di natura sessuale, come frustrazione e repressione. Questa sfera è spesso complicata da indagare ma l’esplorazione e il colloquio con il terapeuta favoriscono l’apertura ad aspetti meno conosciuti della propria persona.
Come funziona la terapia psicoanalitica?
La terapia psicoanalitica si svolge attraverso sedute in studio o online, con frequenza di una o due volte a settimana. Ogni incontro, di circa un’ora di durata, serve al terapeuta a far parlare il paziente ed invitarlo a percorrere la sua vita interiore e il suo passato, con l’obiettivo di indagare la dimensione inconscia per cercare paure o conflitti interiori da trasferire nella sfera cosciente. Per fare ciò si possono utilizzare anche tecniche come l’analisi dei sogni e le libere associazioni.
Questo approccio sostiene che la mente è divisa in due sfere, inconscia e conscia. La prima è quella che, seppur non visibile e conosciuta, contiene tutte le emozioni, concetti e memorie in grado di manovrare il pensiero ed il comportamento. La mente cosciente è invece solo una piccola parte, che contiene tutti i pensieri e sentimenti percepibili.
I sogni e i lapsus sono ritenuti importanti perché sono un’occasione in cui l’inconscio slitta nel conscio, e tutto ciò che viene sperimentato in essi può essere utile per l’analisi. Freud si serviva anche della tecnica di libera associazione, dove il paziente è invitato a parlare liberamente di qualsiasi cosa senza frenarsi. In questo modo il terapeuta può capire il modo di ragionare e i temi ricorrenti, mentre il paziente può diventare consapevole di quali sono i pensieri che lo animano.
La psicoanalisi inoltre valuta in modo particolare gli episodi avvenuti nell’infanzia, sostenendo che ciò che si sperimenta in questa fase abbia un’influenza per tutta la vita. Ogni piccola gioia o delusione, anche se dimenticata, viene registrata e ha un effetto sulla formazione della personalità e dei comportamenti.
Un altro concetto ricorrente è quello dello scontro tra le due sfere della mente. Spesso la sfera conscia oppone una certa resistenza all’inconscio e possono emergere dei ricordi repressi. Oppure possono verificarsi dei conflitti che, secondo questa teoria, sono alla base dei disturbi mentali.