Al via martedi 2 dicembre, a Salerno, la II edizione di Teatrografie, progetto di ERRE Teatro ideato e diretto da Vincenzo Albano, che dopo l’edizione 2013 dedicata al drammaturgo e attore Francesco Silvestri, punta quest’anno i riflettori sulla Compagnia Scimone Sframeli tra pensiero critico e straniante evasione; «in particolare – afferma Albano – al genio visionario di Spiro Scimone e all’intelligenza carnale di Francesco Sframeli. È a queste componenti – prosegue – che si deve l’intesa alchemica della Compagnia, la forza del loro teatro, la rigorosa asprezza di pièce indiscutibilmente giocose, ma fortemente radicate nell’osservazione dei paradossi quotidiani, alla maniera di certe indimenticabili gag del cinema muto».
Il progetto, che ha come mediapartner la rivista Puracultura, prevede una serie di eventi che si terranno a Salerno, in diverse location, dal 2 al 5 dicembre. Nelle sue linee generali, è dedicato alla scrittura drammaturgica, compiuta ed autonoma rispetto alla sua traduzione scenica. «L’obiettivo – conclude Albano – è farne “esperienza”, a partire dal piacere della lettura e, dunque, non esclusivamente dalla fruizione in platea. Ha una struttura monografica perché si occupa di un solo autore a cospetto di più lettori; allo stesso tempo, poligrafica e trasversale, perché esplora, in maniera laboratoriale, le possibili grafie che i testi possono suggerire, evocare».
L’iniziativa gode del patrocinio morale del CENDIC (Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea), dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e della casa editrice Editoria&Spettacolo, che ha tra l’altro pubblicato il volume monografico Un assurdo isolano – Il teatro di Spiro Scimone e Francesco Sframeli, a cura di Dario Tomasello. Con il contributo del pubblico partecipante, del Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo e di Assicurazioni Generali.
La Compagnia Scimone Sframeli
Vent’anni di attività, da poco festeggiati a Taormina (dove nel 1994 debuttò l’opera prima di Scimone, Nunzio, con la regia di Carlo Cecchi – Premio IDI 1994 – Autori Nuovi; Medaglia d’Oro IDI 1995 per la Drammaturgia), giunge nel capoluogo campano dopo alcune date in Francia. Frutto del sodalizio artistico di Spiro Scimone (autore/attore) e Francesco Sframeli (attore/regista), entrambi messinesi, è a tutt’oggi esempio di compagnia teatrale che mette in scena il proprio repertorio di drammaturgia contemporanea, diventato negli anni un punto di riferimento in Italia e all’estero.
I testi di Spiro Scimone sono stati tradotti in francese da Jean-Paul Manganaro e, poi, in inglese, tedesco, spagnolo e russo. Negli anni la compagnia ha collaborato con registi, attori e scenografi tra i più importanti ed eccentrici del panorama nazionale. Alla regia, dopo Carlo Cecchi, ricordiamo Valerio Binasco e Gianfelice Imparato; tra gli scenografi un’artista come Titina Maselli e, ancora, Sergio Tramonti, Barbara Bessi e Lino Fiorito (premio Ubu, quest’ultimo, per la scenografia di Giù). Per il disegno luci ricordiamo l’indimenticabile Domenico Maggiotti e, negli ultimi anni, Beatrice Ficalbi.
Da La busta, Francesco Sframeli ha curato direttamente la regia, mentre da La festa i personaggi dei testi di Scimone sono diventati tre e poi quattro, e altri attori hanno fatto parte della compagnia: Nicola Rignanese, Salvatore Arena e Gianluca Cesale. Gli ultimi due arricchiscono, ancora oggi, la compagnia con la loro interpretazione in spettacoli come La festa, Il cortile, La busta, Pali e Giù.