Tra il 2012 e il 2015 la Tassa sui Rifiuti (TARI) è aumentata mediamente del 32,4% (72 euro in più), mentre nell’ultimo anno l’aumento è stato del 3,3% (10 euro medi in più), passando da una tariffa annua di 224 euro a 296 euro medi a famiglia. La Tassa sui rifiuti risulta così più alta di 66 euro della Tasi sulla prima casa (230 euro medi). Lo ha calcolato il Servizio Politiche Territoriali della UIL che ha elaborato i costi in 103 Città capoluogo di provincia, per una famiglia di 4 persone con una casa di 80 mq.
In valori assoluti nel 2015 il costo maggiore per la tasse dei rifiuti si è registrato a Salerno con 462 euro l’anno a famiglia seguono Benevento 454 euro, Grosseto con 450 euro e Siracusa con 444 euro. Si paga un po’ meno ad Ascoli Piceno (160 euro medi a famiglia); a Isernia e Belluno (161 euro); a Novara e Vibo Valentia (167 euro). Per quanto riguarda le grandi Città, la più tartassata è Cagliari dove la tariffa sui rifiuti pesa 450 euro medi a famiglia. Seguono Napoli (436 euro medi), Reggio Calabria (431 euro), Venezia (334 euro), Milano (331 euro), Genova (330 euro) Roma (318 euro), Bari (308 euro). Più contenuto l’importo della tariffa a Bologna (229 euro medi), Firenze (238 euro), Torino (262 euro) e Palermo (289 euro).
“I dati sopra esposti, ha detto il Segretario Confederale della Uil Loy, sono una ragione di più per non “#staresereni”, nonostante le norme previste nella Legge di Stabilità e i proclami del Presidente del Consiglio che afferma che il prossimo anno la pressione fiscale non aumenterà. Ciò perché la Tari (così come le tariffe degli asili nido, delle mense scolastiche, del trasporto pubblico) non è oggetto del blocco dei tributi previsto per l’anno prossimo. Tra l’altro – conclude Loy – gli aumenti della tassa dei rifiuti non sempre si accompagnano con una migliore qualità del servizio”. (ANSA)