Tre sub morti a Palinuro durante un'immersione.

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Tre sub sono morti durante un’immersione effettuata questa mattina nelle acque di Palinuro, nel territorio del Comune di Centola.

I corpi sono stati individuati in una grotta profonda 45 metri, che solitamente non è meta di immersioni essendo il punto profondissimo.

I tre, sub esperti a detta di chi li conosceva, erano in acqua dalle 10 ed erano impegnati in una immersione ‘a parete’, nei pressi di Cala Fetente, uno degli angoli più suggestivi della costa salernitana. Le vittime sono Mauro Cammardella, titolare, proprio a Palinuro, del centro diving Mauro Sub; Mauro Tancredi, sempre del posto, e Silvio Anzola, di Milano.

”All’interno della grotta c’è una bolla d’aria nella quale potrebbero essersi rifugiati i tre sub, quindi potrebbero essere ancora vivi”. Lo ha detto all’ANSA il sindaco di Centola-Palinuro, Carmelo Stanziola, aprendo uno spiragli di speranza. La conferma di questa ipotesi giunge dal capo squadra esperto dei sommozzatori dei vigili del fuoco, Gerardo Biraglia il quale fa sapere che nella grotta vi sono sub-speleologi dei vigili che stanno tentando di raggiungere la bolla d’aria. “Una bolla – aggiunge – difficilmente respirabile”.

Cammardella, secondo quanto si legge sul sito della Mauro Sub, è “istruttore Padi, Cmas e Dan, svolge l’attività subacquea con grande passione, professionalità ed infinita pazienza, profondo conoscitore dei fondali e delle grotte di Capo Palinuro, ove s’immerge tutti i giorni dell’anno, anche nei periodi più freddi. Si avvale di un Team di istruttori e guide specializzati in grotta, tutti accomunati da una grande passione per il mare”.

Silvio Anzola, una delle vittime, pochi giorni fa, lo scorso 16 agosto, aveva accompagnato la figlia nel suo “battesimo subacqueo’.

 

“L’acqua era torbida, mi sono immerso ma non sono riuscito a vedere niente”. Così Fabio Barbieri, 61 anni, genovese, dal 1983 a Palinuro, sub esperto al punto da aver mappato per primo il cunicolo della ‘scaletta’ nel quale sarebbero rimasti intrappolati i tre sub a Palinuro-Centola (Salerno). “Mi ha chiamato la Capitaneria di Porto di Palinuro e mi ha chiesto di immergermi. Quando ho raggiunto i 50 metri di profondità – racconta Barbieri che è anche titolare del centro diving Palinuro – e mi sono avvicinato al cunicolo l’acqua era torbida e la visibilità praticamente pari a zero, così sono stato costretto a risalire”. Il cunicolo, lungo 16 metri e alto appena un metro e venti non è per principianti. “Non è affatto semplice da attraversare – aggiunge – sia per la strettezza che per il fondo limaccioso. Ai tre sub può essere accaduto di tutto: un inconveniente tecnico, un malore o una fase di affanno”.

 

“Conoscevo benissimo Mauro Cammardella e Mauro Tancredi, erano ottimi professionisti e molto esperti”, conclude.  Già nel 1996 Fabio Barbieri partecipò nelle grotte della stessa zona al recupero delle salme di tre sub di nazionalità polacca rimasti intrappolati tra i cunicoli. 

Era nato a Parma ma risiedeva da diversi anni a Milano Silvio Anzola, uno dei tre sub morti a Palinuro. Nato nella città emiliana il 22 marzo del 1958, Anzola si era laureato al Politecnico di Milano in ingegneria aeronautica e la sua carriera professionale era rimasta legata al capoluogo lombardo dove si era stabilito con la famiglia. In provincia di Parma però possedeva ancora una casa a Corniglio, piccolo centro dell’Appennino, e molto spesso ritornava in Emilia a trovare i parenti ed i molti amici con cui era rimasto in contatto, soprattutto gli ex colleghi della scuola superiore.

Era appassionato di immersioni e in questi giorni a Palinuro era in compagnia della figlia diciottenne. Silvio Anzola lascia la moglie e, appunto, la figlia.

Grotte bellissime, angoli suggestivi di mare che ogni anno richiamano centinaia di sub nel mare di Palinuro, frazione del comune di Centola, in provincia di Salerno, dove oggi sono morti tre sub. Immersioni suggestive che però talvolta risultano pericolose anche per i più esperti. Non sono pochi gli incidenti avvenuti, soprattutto nella bella stagione, nelle acque di Palinuro.

Era il 30 giugno 2012 quando in una immersione, sempre nelle acque di Palinuro, persero la vita quattro sub. L’incidente avvenne nella zona della Grotta del Sangue. In quell’occasione altre quattro persone però riuscirono a salvarsi. Fu il fango che si sollevò all’interno della grotta a far perdere l’orientamento dei quattro sub.

Il 2 settembre 1998 morirono nei fondali della Grotta Azzurra di Palinuro due subacquei milanesi. Un altro incidente, invece, avvenne nel 1996 quando a perdere la vita furono tre cittadini polacchi durante una immersione nella zona nella grotta denominata “Scaletta” a Punta Iacco. Nel 1984, il 16 agosto, morirono due giovani speleologi subacquei friulani. Stavano esplorando una grotta sottomarina nelle acque della “Cala Fetente” a Palinuro, lo stesso luogo dove è avvenuto l’incidente di oggi.

(ANSA).