L’industria della cultura in Campania produce il 4,4% del valore aggiunto, incidendo per il 4,5% sul mercato dell’occupazione. Con questi risultati la Campania si colloca al 13° posto nella graduatoria tra le regioni per la produzione di valore aggiunto e al 16° in quella per l’incidenza occupazionale. È quanto emerge dal Rapporto 2014 “Io sono cultura–l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche presentato a Roma lo scorso 16 giugno. I dati sono stati estrapolati dal Centro Studi di Ance Salerno che ha anche evidenziato gli indicatori riferiti alle province della Campania ed alle regioni dell’Obiettivo Convergenza. Nell’ambito di queste regioni, se si fa riferimento al valore aggiunto, la Puglia si posiziona al 15° posto (3,9%); la Calabria al 17° (3,7%); la Sicilia al 19° (3,4%). In termini di incidenza occupazionale la Campania è preceduta dalla Puglia al 15° posto (4,6%); ed è seguita da: Calabria, al 18° posto (4,2%) e Sicilia con la stessa percentuale (4,2%).
Il valore aggiunto
In termini assoluti il sistema produttivo culturale in Campania produce un valore aggiunto pari a circa 3,7 miliardi di euro che incidono per il 4,4% sul totale dell’economia regionale. Si tratta di una percentuale superiore a quelle di: Puglia (2,4 mld, 3,9%); Calabria (1,06 mld, 3,7%); Sicilia (2,4 mld, 3,4%).
I livelli occupazionali
Sotto il profilo occupazionale, in valori assoluti il sistema produttivo culturale fornisce occupazione in Campania a circa 74 mila addetti (4,5% del totale). Si tratta di numeri, nell’ambito dell’area della Convergenza, superiori a quelli di: Puglia (57 mila, 4,6%); Calabria (26 mila, 4,2%); Sicilia (61 mila, 4,2%).
L’incidenza sulla spesa turistica
Se si prende in considerazione il totale della spesa turistica nelle regioni dell’Obiettivo Convergenza, l’incidenza dell’industria culturale in Campania è pari al 29,7% (circa un mld); in Puglia al 32,6% (circa 1 mld); in Calabria al 32,9% (974 mln); in Sicilia al 26,2% (1,3 mld).
Le province della Campania
Nella graduatoria delle province italiane per incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale sul totale delle economie locali le province della Campania generano una “rivoluzione” geografica. La prima è Benevento (6,1%) che si colloca al 16° posto; la seconda è Avellino (6%) al 18° posto; la terza è Salerno (4,6%) al 49° posto; la quarta è Napoli (4,2%) al 65° posto e la quinta è Caserta (3,8%) all’81° posto. Mentre Benevento ed Avellino si collocano al di sopra del tasso medio di incidenza nazionale (5,4%), occorre constatare che Salerno, Napoli e Caserta, pur dotate di un patrimonio artistico e culturale con un enorme potenziale attrattivo, non riescono a raggiungere il tasso medio di incidenza nazionale. Se, invece, si analizza il tasso di incidenza occupazionale della filiera culturale sulle economie locali è la provincia di Avellino a guidare la classifica campana, ponendosi al 15° posto (6,6%) seguita dalle province di Benevento (37° posto, 5,4%); Salerno (68° posto, 4,6%); Napoli (83° posto, 4,3%) e Caserta (100° posto, 3,6%). Anche in questo caso Salerno, Napoli e Caserta risultano sotto la media nazionale (5,8%) dietro Benevento che, comunque, (sebbene per un -0,4%) in questo caso specifico non la raggiunge. Sotto il profilo del peso percentuale delle imprese del sistema produttivo culturale sul totale delle imprese operanti nelle economie locali, in Campania, l’incidenza è sempre inferiore alla media nazionale (7,3%): Avellino (46° posto, 6,9%); Napoli (62° posto, 6,2%); Salerno (64° posto, 6,1%); Benevento (92° posto, 5,2%); Caserta (108° posto, 4,5%).
Commento Presidente Ance Salerno Antonio Lombardi:
“Gestione manageriale dei siti archeologici della Campania”
“I numeri ci dicono – dichiara il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – che non siamo capaci di ottimizzare e valorizzare le notevoli risorse artistiche e culturali di cui siamo in possesso nell’ottica di produrre ricchezza e posti di lavoro come, invece, riescono a fare in altre regioni anche meno competitive da questo punto di vista”. “La filiera delle varie industrie di tipo culturale – continua Lombardi – risente della generale mancanza di visione strategica che caratterizza le Istituzioni della Campania. E’ una valutazione che investe tutti gli anelli delle competenze amministrative e gestionali, e che, nello stesso tempo, evidenzia un contesto poco favorevole alla crescita imprenditoriale anche in un ambito così strategico come quello dell’offerta culturale nel suo complesso”. “Mentre in altri territori – sottolinea Lombardi – hanno preso forma partenariati virtuosi di tipo pubblico/privato, noi rimaniamo indietro e, soprattutto, non cogliamo le ricadute positive che si potrebbero attivare”. “Ance Salerno – preannuncia Lombardi – sta valutando nei dettagli l’idea/progetto, da sottoporre alle Istituzioni competenti, relativa alla costituzione di una società a capitale pubblico/privato finalizzata alla gestione manageriale di eventi ed iniziative di alto profilo culturale nei siti di Paestum e Velia”. “Non si tratta di inventare nulla di nuovo, ma solo di assecondare – conclude Lombardi – la domanda di turismo qualificato, di target medio/alto, che è in grado di fare confluire risorse aggiuntive, stimolando nuove opportunità di lavoro, nelle nostre aree così aggredite dalla crisi economica e produttiva”.