L’assurda vicenda del IPSCT di Laurino e delle classi soppresse. Dopo aver accettato le iscrizioni dei ragazzi a febbraio, dopo che il corpo docenti è stato assegnato, dopo che la regione ha finanziato 1,5 Mln di Euro per l’istituto le classi vengono soppresse. I ragazzi saranno costretti a trasferirsi a Eboli con un viaggio giornaliero di 300km.
“Il nostro governatore si svegli e spieghi perché – chiede Michele Cammarano Consigliere Regionale del Movimento Cinque Stelle in un’interrogazione presentata al Governatore De Luca – la Regione rimane inerte di fronte ad un ufficio scolastico provinciale, facente capo al MIUR, che i primi giorni di settembre di punto in bianco cancella le classi di una scuola, creando disagi inimmaginabili ai ragazzi, alle famiglie e una comunità intera. Abbiamo il timore che il nostro Cilento – conclude Cammarano – si stia spegnendo nell’indifferenza della classe dirigente regionale. Dopo il ridimensionamento della rete ospedaliera, l’abbandono delle infrastrutture viarie e dei servizi essenziali adesso cancellano il diritto allo studio. Siamo vicini ai ragazzi che in assenza delle istituzioni preposte confidano ora nelle decisioni del tribunale amministrativo regionale. E’ inconcepibile che decine di studenti dell’Istituto Professionale di Laurino vengano a sapere a pochi giorni dall’inizio delle lezioni che le loro classi sono state soppresse. Non solo le prime, ma assurdamente anche le seconde già in corso. E ora? l’istituto omologo più vicino è quello di Eboli che dista 130 km tra andata e ritorno e quindi più di 3 ore di viaggio. Ma questo sembra non interessare a nessuno. Il paradosso è che la Regione Campania con delibera di G.R. n. 817 del 28.12.2016 nel pianificare la rete scolastica non prevedeva nessun ridimensionamento della scuola in questione. Tant’è vero che l’istituto provvedeva nel mese di febbraio a ricevere le preiscrizioni dei ragazzi per l’anno scolastico successivo. “Le leggi nazionali – conclude Cammarano – ma anche numerose sentenze della Corte Costituzionale affidano senza ombra di dubbio agli enti locali e alle regioni ogni competenza in materia di soppressione delle istituzioni scolastiche, soprattutto nei comuni montani.