Sonora Junior Sax, venerdì 9 alla Chiesa dell’Annunziata.

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La rassegna, dal titolo “Concerti in Luci d’Artista”, organizzata dal CTA di Salerno in collaborazione con l’Associazione “Amici dei Concerti di Villa Guariglia” con il patrocinio ed il supporto del Comune di Salerno ed il Conservatorio Statale di Musica “G. Martucci” di Salerno, diventa il pretesto per scoprire i luoghi della musica in città, i siti della storia e della modernità che per una sera si trasformano in insoliti auditorium. Dopo le applaudite performances del Quartetto Mitja e del Guitar Trio Project, Tonia Willburger ha inteso dar fiducia ai 65 giovani sassofonisti del Sonora Junior Sax, diretti da Domenico Luciano, coadiuvato dai tutor Luigi Cioffi, Adolfo Alberto Rocco, Nicola De Giacomo e Angela Colucci. Venerdì 9 dicembre, alle ore 19,30, l’incantevole cornice della Chiesa della SS.Annunziata, ospiterà l’ensemble composto da giovani strumentisti tra gli 8 e i 18 anni provenienti dall’intera regione Campania, che arriveranno marciando dal solarium della Spiaggia di Santa Teresa, i quali ci faranno conoscere l’intera famiglia dei sassofoni, dal soprano al basso, protagonista di un programma eterogeneo, che abbraccerà diversi generi musicali.

La via indicata da Richard Strauss è aggiunta in esergo all’ “Also sprach Zarathustra” con cui la serata  principierà, “La musica ha sognato per troppo tempo, adesso vogliamo svegliarla. Eravamo sonnambuli: vogliamo diventare sognatori svegli e coscienti”. Il buon viatico dei ragazzi proseguirà con uno dei temi più celebri di Win Mertens, Struggle for Pleasure, una pagina minimalista, chiari echi della tradizione classica e di vocazione melodica, per quindi, lanciare il vincerò, del “Nessun dorma”, con i sassofoni che si lanceranno tra gli ardimenti vocali del principe Calaf e la partitura grondante di suoni, splendente di impasti ferrigni e luci adamantini che è quella della Turandot di Giacomo Puccini. Ed ecco Yann Tiersen con “La noyée”, un tema del 1998, inserito nel progetto Le Phare, una sorta di viaggio sonoro con ambientazioni folk e celtiche, ma non lontano anche da una vena tutta contemporanea ed esistenzialista, rivissuto nel favoloso mondo di Amélie. Doppio omaggio ad Ennio Morricone, con una suite sui temi de’ La Califfa, e un medley dalle amatissime colonne sonore degli spaghetti western, larghi maestosi di raffinata bellezza, prima di ascoltare, il cosiddetto tema dei diamanti del Palladio di Karl Jenkins, e la swingante “Saxophonia” di Stephen Bulla, che porrà in luce le diverse voci in sezione con qualche simpatico tiro burlone. Tradizione musette con “Tango pour Claude” di Richard Galliano, una pagina a volte delicata a volte labile a volte furente, non omologata, radicale, talvolta “folle”, imprevedibile nel frammentare e ricomporre istanti melodici di un repertorio così ampio da includere jazz, musica gitana, latin, tango, suggestioni popolari d’ogni parte d’Europa e d’America, e all’interno del tutto la lezione magnifica dell’amico e maestro Astor Piazzolla, per poi passare alla canzone italiana con “I migliori anni della nostra vita” di Renato Zero. Cavalcata latin per il finale con l’eccentrico Perez Prado “O Rey del Mambo” e il suo Mambo n°8 che infiammerà la platea. Tra candombe, tango ed habanera si fa avanti fatale la  Milonga de Santiago, composta Marco Vanni, per chiudere con “Allegrone Moderato” di Gianluca Sibaldi, soundtrack del film di Leonardo Pieraccioni “Finalmente la felicità”, in tema con l’atmosfera dell’ Avvento.