Sinistra, Europa, sovranità, che fare dopo il referendum costituzionale, convegno al Polo Nautico giovedì 23.

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Giovedì 23 febbraio,alle ore 17,presso il Polo nautico di Salerno in via Lungomare Colombo,132 avrà luogo la conferenza-dibattito sul tema : Dopo il “gran rifiuto” del 4 Dicembre: che fare? Prospettive politiche e questione sociale (Sinistra,Europa,Sovranità). Introduce Nello De Bellis (MLP-P101),intervengono Moreno Pasquinelli (Movimento di Liberazione Popolare-Programma 101),Mimmo Porcaro,Politologo,Alfonso Natella (Comitato per la giustizia e la dignità del lavoro).Coordina Michele Schiavino,conclude Fabrizio Campanile.

“Abbiamo ritenuto di organizzare questa tavola rotonda,che si avvale tra gli altri di uno studioso di alto profilo intellettuale e politico come Mimmo Porcaro-hanno dichiarato gli organizzatori-per conferire continuità e slancio allo straordinario risultato del referendum costituzionale del 4 Dicembre e alle battaglie che nel Paese e nel contesto locale hanno sostanziato le ragioni sociali del No, dalla difesa della Costituzione ai diritti della democrazia e del lavoro.La bocciatura del tentativo di modifica della Costituzione promossa dal Governo Renzi è stata la vittoria del popolo italiano contro le oligarchie interne ed esterne che premevano per l’esito opposto ed apre a nuove possibilità di cambiamento e ad una richiesta di alternativa che con i 19,4 milioni di voti espressi sarebbe imperdonabile lasciar cadere.

L’analisi del voto conferma che (come per la Brexit) si è trattato di un voto di classe che ha stravinto nelle fabbriche,tra i disoccupati,nelle fasce più impoverite del lavoro autonomo e tra i giovani con altissime percentuali soprattutto nel Sud ed in particolare in Campania col 68,5% dei voti. Tra le componenti del No spicca quella per la riconquista della sovranità,il che nel concreto della situazione italiana vuol dire innanzi tutto rottura con l’Unione Europea mediante una riappropriazione della sovranità politica ed economica come premessa per una nuova sovranità popolare e democratica. L’Europa che i vertici dell’Unione si apprestano a celebrare nel sessantesimo del Trattato di Roma , è l’Europa in cui si è compiuta una completa spoliticizzazione dell’economia e i cui effetti hanno ormai impoverito e prostrato i popoli del continente. Il No ha espresso la consapevolezza del nesso tra regime politico,attacco allo stato sociale e vincolo europeo e dunque non ha solo liquidato il precedente Governo, ma anche respinto il Diktat delle oligarchie euriste. Si tratta di prendere atto dell’insostenibilità del modello che è stato inculcato ossessivamente per decenni dalla cultura dominante e la cui crisi è sotto gli occhi di tutti per passare finalmente oltre verso nuovi orizzonti politici e ideali”.