L’area del Cilento e del Vallo di Diano è storicamente una delle più depresse sul piano dello sviluppo territoriale, e questa condizione si è ancora più accentuata negli ultimi anni caratterizzati dalla crisi finanziaria a livello macro. Nel corso degli anni sono state suggerite numerose ricette per far partire il volano dello sviluppo in quest’area, la più efficace è quella che fa leva sulle specificità del territorio e sull’agroalimentare di qualità, dove in alcuni casi si registrano vere e proprie eccellenze. Eccellenze che poi diventano richiestissime all’estero, sono infatti le imprese che esportano quelle che riescono a stare sul mercato.
In moltissimi casi però gli imprenditori che si danno da fare e si rimboccano le maniche per svolgere al meglio la loro attività non trovano nelle istituzioni locali sensibilità, attenzione e supporto. “Gazzetta” ha incontrato uno di questi imprenditori, Giampaolo Mancini, che con la sua attività, l’agriturismo “Il Sentiero Del Riccio”, a Sicignano degli Alburni, ha messo in essere una importante realtà nel panorama dell’agricoltura biologica.
Cosa vuol dire essere imprenditori nel settore agroalimentare di qualità in un’area come quella del Cilento ed a Sicignano in particolare?
Vuol dire anche avere sensibilità e cura per il territorio in cui vivo ed opero, cosa che dovrebbero avere anche le nostre istituzioni di prossimità e che invece non hanno. Qui a Sicignano si preferisce dare spazio a manifestazioni estemporanee, che lasciano il tempo che trovano, e che durano lo spazio di 24 ore, mentre manca una visione organica di protezione e promozione del territorio. Si preferisce organizzare sagre di paese o eventi come come la corsa dei muli, che magari riempiono il paese per un giorno, ma che non producono benefici a lungo termine.
Cosa si dovrebbe fare allora?
Semplice, avere attenzione e sensibilità per le aziende locali, che portano sviluppo e lavoro nel territorio, se non si sostengono le imprese, chi volete che porti ricchezza, sviluppo e lavoro? I piccoli centri così muoiono, i giovani non hanno di meglio da fare che andare via o passare le giornate al bar. Mi rendo conto che i Comuni hanno risorse sempre più ristrette, ma proprio perchè operano in regime di ristrettezza sarebbe auspicabile impiegare quel poco che si ha in azioni che sostengano il tessuto produttivo del territorio. Non voglio fare Cicero pro domo sua, ma una serie di eventi dedicati ai prodotti da agricoltura biologica delle aziende del territorio, che offrono prodotti sani, di qualità ed a chilometri zero, potrebbe contribuire a creare un calendario di eventi turistici che aiuterebbe a movimentare il nostro territorio anche al di fuori dei soliti appuntamenti. Servirebbe però un disegno strategico, un piano di marketing turistico propriamente detto, che ponga l’accento sui punti di forza del territorio e contribuisca a valorizzarli, creando una serie di eventi che destagionalizzino il calendario turistico. Noi il nostro siamo abituati a farlo.
PIETRO PIZZOLLA