Siccità, Cia Campania dice basta alla politica delle emergenze. Mastrocinque: serve potenziare la rete regionale degli Invasi e investire in innovazione.

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L’ennesima crisi idrica ha messo ancora una volta l’agricoltura campana in ginocchio, è arrivato il momento di sviluppare un piano strategico di ampio respiro per superare la politica delle emergenze”. Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania e vicepresidente nazionale Cia – Agricoltori Italiani lancia un appello alla Regione Campania e agli attori territoriali per la definizione di un tavolo di lavoro istituzionale sull’efficientamento del consumo e della gestione delle risorse idriche.

Riqualificazione delle rete regionale degli Invasi

Occorrono interventi strutturali per ottimizzare le risorse, come per esempio la riqualificazione e il potenziamento degli invasi. In Campania ce ne sono 7 (Conza, Campolattaro, Piano della Rocca, Gallo, Presenzano, Persano e San Pietro) e con i dovuti investimenti potrebbero fare da importante supporto sia nella raccolta sia nella gestione delle risorse idriche. Cia Campania propone di attingere dai fondi del PSRN – Piano di Sviluppo Rurale Nazionale, che prevede una voce specifica di spesa dedicata ai piani irrigui per i quali sono a disposizione circa 300 milioni di euro.

Proporremo alla Regione Campania – spiega Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani – la definizione di un’attività di progettazione da sottoporre in tempi brevi al Ministero delle Politiche Agricole al fine di concentrare forti investimenti sulle infrastrutture, a cominciare dagli invasi artificiali già presenti in regione, e sulle modalità di gestione, riorganizzando per esempio le Autorità di Bacino e i Consorzi di Bonifica”.

Acqua bene comune, non solo “questione agricola”. Attingere dai Fondi di Coesione

Cia Campania sottolinea inoltre che la tutela della risorsa acqua come “bene comune” è tutela della collettività e dei territori nel loro complesso, e sarebbe dunque un errore inquadrare il problema solo come una questione agricola. Proprio per questo appare doveroso mettere in campo un piano strategico che possa attingere anche dai Fondi di Coesione, sui quali Cia Campana ha stimato la possibilità di intercettare 100 milioni di euro da investire in ottimizzazione e razionalizzazione di gestione e consumi.

Un ruolo essenziale per uscire finalmente dalle emergenze va infine riconosciuto – conclude Mastrocinque – all’innovazione tecnologica. Oggi la sensoristica, la digitalizzazione dei sistemi gestionali e appunto la cosiddetta agricoltura di precisione sono realtà che consentono di evitare sprechi ormai da medioevo, un massiccio intervento su questi aspetti aiuterebbe a risolvere questioni strutturali e anche a creare occupazione”.

La Campania a secco, da dicembre a giugno zero mm di pioggia

La Giunta regionale della Campania ha chiesto la settimana scorsa al ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il riconoscimento dello stato di calamità per la siccità che ha colpito il territorio regionale nel periodo dicembre 2016 – giugno 2017. I dati pluviometrici registrati dalle diverse stazioni presenti in Campania evidenziano infatti che, dal dicembre scorso, i millimetri di pioggia caduti, in particolare nelle aree pianeggianti della regione, sono prossimi allo zero.