TEATRO SEGRETO s.r.l.
Direzione Artistica RUGGERO CAPPUCCIO
presenta
Premio Opera Imaie (2007)
Premio Media Sviluppo e Sostegno all’industria cinematografica europea (2000)
Istituto Internazionale del Teatro e del Piccolo Teatro di Milano (1995)
Biglietto d’oro AGIS (1994)
Premio Speciale per la Drammaturgia Europea (1994)
Premio Fondi La Pastora (1994)
Shakespea Re di Napoli
composto e diretto da
Ruggero Cappuccio
con
Claudio Di Palma e Ciro Damiano
Musiche
Paolo Vivaldi
Costumi
Carlo Poggioli
Luci
Michele Vittoriano
Organizzazione
Lia Zinno
sabato 9 marzo – ore 21 sala Pasolini Teatro Diana
TEATRO SEGRETO rimette in scena un classico del teatro: Shakespea Re di Napoli, con Claudio Di Palma nelle vesti di Desiderio e Ciro Damiano in quelle di Zoroastro.
Shakespea Re di Napoli indaga su uno dei misteri più affascinanti nella storia della letteratura universale: per chi furono scritti i Sonetti di Shakespeare?
Così il misterioso W.H. cui sono dedicati i centocinquantaquattro componimenti del Poeta di Stratford, ha finito per assumere ora le sembianze del conte di Pembroke, ora quelle di Lord Southampton. Tuttavia, le immagini dei due gentiluomini inglesi hanno ceduto il passo, specie nell’ultimo secolo, a nuove e sempre più approfondite indagini testuali, fino alla capitolazione finale ad opera di analisi incentrate sui riferimenti ermetici e simbolici annidati nei Sonnets.
Da un’attenta lettura dei versi si deduce che il giovane amico “… dai profondi occhi sognanti…” per il quale Shakespeare innalzava il suo canto struggente, doveva essere una persona in grado di rappresentare un fattore vitale per l’evoluzione dell’arte drammaturgica del grande William. W. H. , allora, riaffiora dai penetrali del suo secolare mistero: si tratta dell’attore fanciullo del teatro di Shakespeare: di colui che, come scrive Wilde, fu primo e indimenticabile interprete di Viola, Desdemona, Rosalinda, Giulietta.
In Shakespea Re di Napoli il mistero dei Sonnets si addensa in una storia in cui le antiche suggestioni legate a WillieHuges e l’attore fanciullo del teatro Elisabettiano, sfociano in un racconto che nella fantasia e nella forza immaginativa pone radici per una pura intuizione poetica sulla natura dei Sonetti. Nella messinscena, la straordinaria musicalità della lingua di Shakespeare viene assimilata alla grande vocazione lirica della cultura letteraria del barocco napoletano.
Il senso del suono diviene quasi suono dei sensi, dell’inesausto intreccio di endecasillabi e settenari. Sullo sfondo, una misteriosa notte di Carnevale, un castello, un vicerè, due storie e l’ombra di Shakespeare.
Tutto nel gurgite di passioni incandescenti, agonizzanti silenzi, violente rinascite delle parole, ferita impietosamente nella sfida con l’autore, il genio, la bellezza e la morte, che dal vicino mare limpido e putrescente esala il brivido presago della peste.
Ruggero Cappuccio