a cura del Dr. Vincenzo Carrella, dottore commercialista, giornalista economico ed analista
Approvata in via definitiva dalla Camera dei Deputati dopo due anni di iter parlamentare fra Camera e Senato, rivendendo anche i relativi articoli del codice civile la legge sul Terzo Settore. Intanto è stata diffusa la “fotografia” del censimento Istat 2013 del settore: nel nostro Paese ci sono 301.191 no profit e, quale capitale umano, vi operano 4,7 mln di volontari e 800 mila dipendenti (censimento ISTAT 2013)
L’analisi mostra che i 300.000 enti sono così composti:
- 89% sono Associazioni (201.000 Associazioni non riconosciute, 68.000 Associazioni riconosciute)
- 3,7% Cooperative Sociali;
- 2,1% Fondazioni;
- 4,8% Altro.
La Camera dei deputati il 25 maggio 2016 ha approvato- come dicevamo- in via definitiva, il disegno di legge del Governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e del servizio civile universale. La Delega al Governo si compone di 12 articoli.
Verrà riordinata la particolare disciplina tributaria con regole più stringenti affinché l’Ente possa beneficiare delle agevolazioni fiscali .Previste regolamentazioni anche sulla organizzazione degli statuti e sulla rendicontazione. Si chiamerà , invece, Fondazione Italia per l’economia sociale – che molti hanno già definito l’IRI del Terzo settore- l’Organismo che avrà il compito di creare un strumento di capitale pubblico e privato per finanziare progetti sociali con una dotazione di risorse finanziarie che -dai proclami – sembra prossima al miliardo di Euro e destinata per lo più a sviluppare Project Financing. Mirate e rilevanti le semplificazione delle norme riguardanti lo statuto civile delle persone giuridiche (Titolo II del Codice Civile) con la stesura di un “novellato” Codice , tipico e proprio del Terzo Settore. In esso convergeranno non solo le disposizioni generali applicabili a tutti gli enti ma anche quelle riguardanti l’individuazione specifica delle attività di interesse generale con ben definite le differenziazioni . Previsto anche un comun denominatore tra enti No Profit , individuato nel divieto di redistribuzione degli utili in tutti gli organismi con ben delineate modalità di rendicontazione, verifica, controllo: rilevanti anche le informazioni ispirate alla trasparenza e istituzione di regolamenti con l’analitica descrizione delle modalità di tutela dei lavoratori e della loro partecipazione ai processi decisionali .Il “novellato” Codice dovrà inoltre prevedere la definizione del Registro Nazionale del Terzo Settore e le modalità di iscrizione (obbligatoria per numerose categorie di enti) oltre che le forme di partecipazione all’elaborazione delle politiche pubbliche. L’Osservatorio del Volontariato e quello dell’Associazionismi di promozione sociale, lasceranno il posto a un Organismo unico denominato Cosiglio Nazionale del Terzo settore.
Sarà inoltre prevista la costituzione di organismi di coordinamento regionali e sovraregionali con funzione di programmazione e controllo dei nuovi Centri di Servizio di Volontariato .
C’è comunque da scommettersi che ad accompagnare la riforma dell’intero Terzo settore e al suo rilancio e sviluppo nella filiera economica/produttiva del nostro Paese vi sarà anche la “novellata” normativa del Codice degli appalti: L’art. 112 del dlgs 50/2016- entrato in vigore lo scorso 20 aprile – introduce importanti novità in merito alla possibilità di attivare appalti a «causa mista», il cui scopo, cioè, non sia solo l’acquisizione della prestazione del bene, servizio o lavoro, ma anche la possibilità di favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone.
Precisi segnali questi provenienti dal terzo settore con altrettanti inequivocabili avvertimeni per i giovani professionisti :Il Terzo Settore ha tutte le carte in regola per candidarsi a rivestire un ruolo di primo piano nello scenario economico del nostro paese.
Ci sarà bisogno, pertanto, di professionisti preparati e specializzati