All’ingresso tanto di tariffario e poi addentrandosi dietro diversi cancelli, gommoni e motoscafi, alcune auto. Il garage rimessaggio, oggi sottoposto a sequestro a Maiori, secondo il Giudice delle indagini preliminari e la procura di Salerno, in realtà è un bene demaniale e custodisce un tesoro culturale di grande bellezza sottratto alla fruizione pubblica.
La grotta dell’Annunziata di Maiori, è stata usata negli ultimi 30 anni come deposito per imbarcazioni e parcheggio, quindi con uno scopo commerciale, senza alcuna autorizzazione, come emerge da indagini condotte dal nucleo dei carabinieri della tutela del patrimonio di Napoli, diretto dal comandante Massimiliano Croce. Eppure la grotta è sottoposta a vincolo architettonico e paesaggistico, ricade nell’area marina demaniale del parco regionale dei Monti lattari ed è in un sito, parliamo dell’intera costa d’Amalfi, che è patrimonio dell’umanità protetto dall’Unesco.
La cavità è molto estesa, in uno degli angoli più nascosti ci sono resti di una cappella votiva in cui si scorgono ancora affreschi rupestri risalenti al XIV secolo. Ma il tesoro di maggior valore è dietro un ulteriore cancello, oltre il quale si apre uno spettacolo naturale: un laghetto di acqua dolce in cui si specchiano stalattiti, ai margini stalagmiti formate nel corso di millenni. Un prezioso patrimonio paesaggistico pubblico che veniva letteralmente tenuto sotto chiave.
Due mesi fa il Comune di Maiori ha interdetto il parcheggio.
I reati ipotizzati a carico dell’amministratore della società che lo gestiva vanno dalla distruzione e deturpamento, all’uso illecito di beni culturali e bellezze naturali, contestata anche la costruzione di manufatti in edilizia all’interno e l’aggravante dell’uso della grotta per attività commerciale.
A cura di Agostino Marotta