I riconoscimenti Premio speciale della giuria, Saggi e Premio giornalistico Michele Tito verranno consegnati il 16 settembre, nel corso della giornata conclusiva della XXXIII edizione del Premio Sele d’Oro Mezzogiorno, insieme a quelli per le sezioni Bona praxis e Imprenditoria giovanile, in via di assegnazione.
Premio speciale della giuria:
– Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, prof. Claudio De Vincenti, “per l’attività a favore dell’economia nazionale e del Mezzogiorno, delineatasi in modo particolare con i suoi studi, la sua iniziativa di ricerca scientifica, le sue analisi attente e approfondite, l’intensa azione a livello istituzionale e di governo per lo sviluppo delle regioni meridionali. Il ministro De Vincenti in questi anni ha svolto un ruolo di impulso fondamentale, con una forte tenacia e una capacità realizzativa, che scaturiscono da una competenza tecnica ed economica di indiscusso valore”
Saggi:
– “Che cosa sa fare l’Italia. La nostra economia dopo la grande crisi”, di Anna Giunta e Salvatore Rossi, Laterza ed. – 2017. “Per il contributo che il lavoro offre nel dibattito sul destino dell’Italia e delle aree meridionali; gli autori, analizzando il presente e il passato dell’economia italiana, i suoi punti di forza e i limiti, ne tracciano le prospettive future. Favorire la nascita di nuove generazioni di imprenditori, premiare il coraggio e l’inventiva, alleggerire il “peso” burocratico e fiscale, secondo Rossi e Giunta potrebbe accrescere i punti di forza della competitività internazionale e liberare le energie che il Mezzogiorno e l’Italia possiedono.
Premio giornalistico Michele Tito:
– Massimo Milone, responsabile RAI vaticano, “per l’attività giornalistica, dapprima nella sede Rai di Napoli e ora nella veste di responsabile RAI del Vaticano, che si accompagna alle ultime pubblicazioni editoriali sul mondo cattolico italiano e meridionale in particolare, nel mondo globalizzato della Chiesa di Papa Francesco”.
– Emilia Brandi, autrice del programma di giornalismo “Cose Nostre” – Rai 1. Il programma racconta storie di chi non si volta dall’altra parte, di chi ha il coraggio di raccontare, storie di imprenditori e giornalisti che non si sono fatti intimidire e pagano un prezzo altissimo. Cose nostre ha raccolto le testimonianze di chi chiama le cose col proprio nome; un programma coraggioso di testimonianza civile e sociale che affronta uno dei nodi del ritardo meridionale, costituito dalla presenza della malavita organizzata”.