Influiva sull’animo di Quasimodo l’amore per i lirici greci di cui egli fu ottimo traduttore, sicché nei suoi versi egli traspose la mitica purezza di quella poesia,arricchendola di suggestiva bellezza. E valga per tutti gli esempi questo felice squarcio di traduzione da ignoto lirico greco, donde traspare una visione lirica di estrema lucidità e compostezza: “Canto mattutino: Dorati uccelli dall’acuta voce, liberi/ per i boschi solitari in cima ai rami di pino/ confusamente si lamentano; e chi comincia/ chi indugia, chi lancia il richiamo verso i monti:/ e l’eco che non tace, amica dei deserti/ lo sentirete dal fondo delle valli”.
Rientra nella consueta poesia ermetica, con incisivo uso di analogia, la poesia Acqua-morta, che riportiamo per intero, per non sciuparla della sua integrità: ‘Acqua chiusa, sonno delle paludi! che in larghe lamine maceri veleni,/ sei simile al mio cuore./ Il pioppo ingrigia d’intorno ed il leccio! le foglie e le ghiande si chetano dentro,! e ognuna ha i suoi cerchi d’un unico centro! sfrangiati dal cupo ronzar del libeccio./ Così, come su acqua allargai il ricordo i suoi anelli, mio cuore;! si muove da un punto e poi muore:/ così t’è sorella acquamorta” (Ed è subito sera).
Nato a Siracusa nel 1901, morì ad Amalfi nel 1968. NeI 1959 ebbe il premio Nobel per la Letteratura e fu consacrato poeta altissimo. Nel testo Giorno dopo giorno, Quasimodo arriva ad altezze mai più superate.
Finalmente si equilibrano le tensioni, le parole, il sentimento del dolore in modo perfetto, sicché l’umana sofferenza non è più un fatto singolo, privato, ma si pervade di commozione e partecipazione al dolore in senso universale, come il palpito di un’umanità sottoposta ad un uguale destino di male, illuminato da ineludibili messaggi. “Era beata stanotte la tua voce/a me discesa per nuova innocenza! nel tempo che patisco un nascimento/ d’accorate letizie” (Da Ed è subito sera).
(Continua…)
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