Il giovane Gil Blas, figlio di uno scudiero e di una cameriera, educato da uno zio canonico, all’età di diciassette anni, lascia la casa paterna e viene a Oviedo per dirigersi poi a Salamanca. Già all’inizio del viaggio Gil incorre in strane disavventure, per le quali cade in prigionia di una banda di briganti. Il giovane riescè a scappare insieme con la giovane Mencia, anch’essa prigioniera. Ben presto i due, scambiati per avventurieri, vengono imprigionati dalle forze dell’ordine. Sarà rilasciata prima Mencia che si dirige a Burgos, dove sarà raggiunta da Gil, che le chiede ospitalità, per ripartire, poi, per Valladolid, dove l’amico Fabrizio, dottore in lettere, lo aiuta facendolo assumere come servitore presso il teologo Sedillo. Di qui passa nella dimora del dottor Sangrado, dove inizia l’attività di medico. La fortuna non gli arride, perché lo costringe ancora a fuggire per le minacce di un uomo a cui non ha curato bene la fidanzata. Si dirige, quindi, a Madrid, dove entra al servizio di Don Mattia di Silva, giovane .signore che muore in duello. Accanto al suo padrone Gil aveva conosciuto il mondo elegante e spregiudicato degli ambienti nobili e si era formato una propria concezione di vita. Finisce, in seguito, al servizio della commediante Arsenia, che gli fa conoscere tutta l’oscura ed intrigante vita del teatro, dal quale in un primo momento resta affascinato, ma poi, scoprendone la vera essenza corrotta e malsana, si allontana lavorando allà men peggio, passando da un padrone all’altro.
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