Dopo infinite e sempre negative vicende, diviene segretario del duca di Lerma, primo ministro della corona spagnola.
Dopo numerose peripezie passa per Oviedo, dove trova il padre morente. Sposa Antonia, la figlia del fattore del castello di Lirias, donatogli da don Alfonso, al cui servizio era stato tempo indietro. Divenuto vedovo, ritorna alla corte, dove diventa favorito del conte Olivares. Ritrova anche l’amico Fabrizio a cui viene affidata l’educazione del figlio adottivo del conte Olivares. Alla morte del conte, Gil si ritira nelle sue proprietà e si dedica all’educazione dei suoi due figli.
I lettori, che non si sono fatti sviare dagli infiniti intrecci che il protagonista Gil Blas crea con le sue stravaganze e con gli accidenti i della sorte che lo colpiscono ripetutamente, hanno potuto rendersi conto che, alla fine; il Lesage ha voluto darci, attraverso la sua creatura prediletta3 una prova di umana esistenza. Terribile e vituperabile è quella condizione umana che non cambia mai per cattiva volontà o per ignavia. Il suo Gil, da ragazzo scioperato, ribelle ed errabondo, attraverso le vicende della sua vita, si modifica, cadendo mille volte in fallo, ma rialzandosi da ogni scivolone, per raggiungere, alla fine, un equilibrio stabile e morale, che, se non lo aiuta ad amare immensamente la vita, gli fa capire che essa deve pure insegnarci qualche cosa. E talvolta questo qualcosa può essere addirittura un’accettazione non passiva, e non priva di qualche soddisfazione e di qualche bene.
(Continua…)