Con l’Ordinanza n.92, firmata dal Presidente Vincenzo De Luca, è stato deciso di consentire, a partire da mercoledì 25 novembre 2020, il ritorno a scuola in presenza per i servizi educativi, la scuola dell’infanzia e per la prima classe delle scuole primarie. Questa decisione, anche se insufficiente, potrebbe rappresentare una prima conquista dei movimenti di genitori, docenti e studenti che da ottobre e, a voler essere precisi dal mese di giugno, si sono mobilitati con manifestazioni, presidi, incontri con i rappresentanti delle istituzioni, con la stampa e ogni altro mezzo disponibile, per affermare e rivendicare un principio universalmente riconosciuto: “la Scuola è un bene comune essenziale e deve rimanere aperta come gli ospedali e le farmacie, adottando e assicurando tutte le misure per garantire sicurezza anti-Covid”.
Ma attenzione perché “fatta l’Ordinanza trovato l’inganno” infatti leggendo più sotto si scopre che viene scaricata la responsabilità prima ai Sindaci, che possono decidere la non apertura delle scuole in base alle verifiche epidemiologiche, e infine ai dirigenti scolastici che devono controllare se esistono le condizioni per mettere in sicurezza studenti e personale in servizio prima di avviare la didattica in presenza.
Continua il rimpallo delle responsabilità: la Regione demanda la decisione ai Sindaci e ai Dirigenti Scolastici subordinando l’apertura delle Scuole in base ai risultati di uno screening su base volontaria, quindi su dati relativi, sapendo che è praticamente impossibile effettuare tamponi di massa ed avere i risultati in pochi giorni a causa delle condizioni drammatiche in cui versa il servizio sanitario regionale che non riesce a dare seguito neanche alle richieste volontarie, è solo un altro espediente per programmare il caos.
Quando, volutamente, le regole sono illogiche e inefficaci servono solo ad incrementare incertezze e paure per poi legittimare ulteriori serrate e negazioni di diritti essenziali come il diritto all’istruzione, lo dimostrano gli effetti che stiamo registrando sui nostri territori dove in molte città i Sindaci, d’accordo con i Dirigenti scolastici, hanno deliberato di mantenere chiuse le scuole scaricando a loro volta ogni responsabilità e determinando disomogeneità tra i Comuni e le Scuole.
Ci tocca ancora una volta denunciare un’inqualificabile gestione dei servizi pubblici essenziali che annulla in primis il diritto alla salute e all’istruzione con pesanti ricadute sulla qualità di vita e sulla dignità delle persone, dalle bambine e dai bambini per i quali tocca a noi lottare per il loro futuro. Insomma la Campania avrà una scuola Semi-Aperta. Male ma anche malissimo.
Coordinamento Scuole Aperte Salerno