Il Tar della Campania ha accolto il ricorso del Codacons contro l’ordinanza di sospensione delle attività didattiche in presenza per la Regione Campania firmata dal governatore Vincenzo De Luca lo scorso 27 febbraio.
Secondo i giudici amministrativi, le ordinanze restrittive della Regione non hanno tenuto conto della regolamentazione per fasce di rischio contenuta nella normativa statale “che aveva già operato, ex ante, il bilanciamento tra diritto alla salute e diritto all’istruzione, nel senso di sacrificare il secondo al primo nei casi di maggior rischio (regioni ‘rosse’) e, in via progressivamente più restrittiva, all’aumentare dell’età dei discenti”.
Per il Tar Campania una deroga alla normativa generale avrebbe richiesto “una motivazione stringente e rafforzata che avesse dato conto degli elementi di fatto, diversi o sopravvenuti rispetto a quelli considerati dal Governo nazionale, che, quali indici di aggravato rischio, giustificassero il regime più restrittivo”. (ANSA).
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L’Avv. Laura Clarizia e l’Avv. Matteo Marchetti vice segretario nazionale dichiarano: “ il Codacons ma Anche diversi genitori in rappresentanza dell’associazione Scuole Aperte Campania, di altri da noi rappresentati che ci hanno contattato e hanno formato dei gruppi molto estesi tra le diverse province, hanno vinto dinanzi al Tar di Napoli, le ordinanze di De Luca sono state dichiarate illegittime, dopo un anno di battaglie e’ giunto il giusto riconoscimento al grande lavoro svolto, De Luca attraverso i decreti era stato più volte rimandato, non si e’ voluto uniformare e quindi adesso definitivamente bocciato. Gli avvocati continuano “ questa sentenza costituisce una svolta per tutta l’attività di governo della scuola nello stato emergenziale, il diritto all’istruzione non può essere sacrificato come invece ha sostenuto la regione per mesi e mesi violando coscientemente le norme dello Stato”.
L’avv. Marchetti ancora “ a questo punto si apre la strada ai risarcimenti per tutti coloro che nella propria sfera soggettiva dimostreranno di aver subito un danno”.
I servizi essenziali come l’istruzione sono di competenza dello stato centrale. Si è affermata la centralità del diritto allo studio e alla frequenza scolastica
1) vi è stata l’affermazione della prevalenza dello stato nella determinazione dei Livelli minimi di servizio pubblico essenziale che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale
2) questa sia il presupposto per una battaglia culturale per la valorizzazione della comunità scolastica perché la scuola e’ l’unico luogo in grado di far emergere nella vita e nel lavoro i nostri ragazzi.
“La chiusura indiscriminata delle scuole in Campania imposta da De Luca durante il periodo Covid, ha portato a nessun risultato tangibile sul versante della lotta alla pandemia, come i fatti hanno ampiamente dimostrato. Ma dopo la sentenza del Tar, che ha dichiarato illegittime le ordinanze del governatore, si apre il delicato fronte dei risarcimenti. Chi pagherà i danni economici per le azioni riparatorie già annunciate? Naturalmente i cittadini. Per i campani si tratta ancora una volta della beffa oltre al danno, perché non solo hanno dovuto fare i conti con un clima di terrore, con la scuola negata (più a lungo rispetto alle altre regioni), con le pesanti restrizioni in termini didattici, e di vita sociale che hanno subìto i nostri ragazzi, con le spese necessarie per seguire la Dad, ma ora saranno chiamati a sborsare altro denaro, per colpa di tutto ciò che deriva da atti arbitrari e senza ragione, come hanno sentenziato i giudici. Questo è il frutto dei poteri semidittatoriali esercitati da De Luca, delle misure varate solo a scopo elettorale e per attrarre consensi, delle pesanti responsabilità amministrative e politiche del governatore”. Lo dichiara Severino Nappi, consigliere regionale della Lega e componente commissione Istruzione e Cultura della Regione Campania.