“Una buona scuola deve aiutare a creare un senso di comunità, dentro e fuori le aule, a coltivare un’idea dello stare insieme rispetto alla deriva super individualista degli ultimi decenni, deve essere accogliente, ospitale, vivibile, deve educare alla responsabilità coniugata alla libertà.”
Questo è ciò che i maestri e il dirigente di una scuola davvero sperimentale e speciale, pubblica e unica in città a Salerno, immersa nel verde del parco Pinocchio, ha nelle sue finalità pedagogiche, didattiche sociali e soprattutto umane.
In seguito alla sperimentazione di due sezioni di scuola d’infanzia, dove già da un decennio si applica il metodo “Montessori”, con maestre specializzate presso l’Opera Nazionale Montessori di Roma, tutte le altre sezioni e le classi dalla prima alla quinta della Primaria adottano il modello “Senza Zaino”.
La “Scuola Senza Zaino”è un modello di Scuola Europea che vede impegnati i docenti in una formazione continua di ricerca-azione.
In questa scuola, dove regna la serenità di bambini, maestri e personale tutto, lo zaino non è un peso, ma solo il contenitore di esperienze di apprendimento motivazionali, etiche, sociali relazionali, di valori essenziali in una comunità, responsabile e ospitale.
Qui le differenze sono un valore e sono rese importanti in ogni momento dell’azione didattica, educativa, sociale.
Ogni bambino ha i suoi tempi di apprendimento rispettati dai docenti e dai compagni, in un autoaiuto costante, dove i più grandi, o coloro che hanno già acquisito competenze e abilità, aiutano i più piccoli aprogredire nelle sezioni d’infanzia miste e nella primaria, in un continuo dialogo a classi aperte.
Non troverete entrando nelle aule i banchi sistemati in modo frontale alla Lim, o alla lavagna , né una cattedra, ma solo angoli ricchi di materiali strutturati o creati da tutti i suoi protagonisti, finalizzati ad un apprendimento esperenziale e diversificato. I tavoli da lavoro sono “isole”, dove i bambini sono organizzati in gruppi di lavoro e di studio con incarichi e responsabilità a turno, che li rendono autonomi in ogni azione. Tutto però è preventivamente preparato in programmazioni continuamente rivisitate e aggiornate, nelle quali i bambini si inseriscono con le loro scelte delle varie attività condivise con i docenti.
Tutto è a misura di bambino, lavandini, oggetti di uso domestico, colori, pennelli, libri, materiali variegati e creativi.
Ognuno ha la sua libertà di azione ma in un rispetto automatico di turni e lavoro cooperativo.
- Quali sono le tre parole che i bambini di quinta si porterannonello zaino che non c’è,passandoalla secondaria di primo grado ?
Hanno così rispostoin coro alla domanda di una docente : –
“ Amicizia, curiosità e amore”.
L’augurio è che scuole così fioriscano ovunque e non solo in poche e rare realtà locali e nazionali come un quadrifoglio della fortuna, ma come margherite da campo in una primavera della rinascita,affinchè le sperimentazioni della dimenticata Autonomia Scolastica, possano rigenerare e diventare buone prassi ovunque. La prova è che questa scuola, immersa nel verde del Parco Pinocchio esiste e ha una lunga lista d’attesa di genitori, che vorrebbero iscrivere lìi propri figli, e che aspettano fiduciosi.
Perché? Perché la cultura, la scuola, l’istruzione pubblica motivante è un investimento umano e sociale.
Qualche Ministro di turno, che vuole riformare una scuola che di fatto già esiste, dovrebbe pensarci e riformare diffondendo esperienze come questa della scuola nel parco in città, o di quelle scuole di campagna e delle isole che vivono molto all’aperto, fuori le mura. E poi, sempre un Ministro di scuola e che considera il merito, dovrebbe preoccuparsi di formare adeguatamente e seriamente i docenti, investendo sulle loro competenze e non sulla burocratizzazione di un sistema obsoleto nonostante una tecnologia spesso anche superflua.
Questi bambini , qui alla G. Costa , a Salerno, stanno scrivendo storie per immagini disegnate e dipinte, libri ricchi di insegnamenti per un mondo adulto spesso distratto, ma che vorrebbe vederli volare alto come le aquile e non nono solo a bassa quota come piccioni o pulcini in gabbia.
Questa scuola, come tante altre in Campania e in Italia lavora così e i risultanti sono eccezionali, indipendentemente dall’appartenenza di ceto sociale o di anagrafe, laddove anche l’errore è un valore per andare oltre, per migliorare, per fare meglio senza premi né punizioni, nella consapevolezza di essere quello zaino che non pesa sulle spalle, ma che riempie la vita ogni giorno di più di umanità reale, solidale e come direbbe Maria Montessori “irenica”, di pace.
Gilda Ricci