Scott Henderson al Baronissi Blues Festival.

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Dagli States al palco del Baronissi Blues Festival, protagonista della serata di punta di una kermesse che si contraddistingue sempre di più per il suo appeal internazionale. Martedì 18 luglio alle ore 21, ingresso gratuito, a travolgere con la sua energia l’anfiteatro Pino Daniele sarà Scott Henderson, consacrato a livello mondiale come stella del firmamento fusion, geniale chitarrista jazz-rock, blues, leader dei “Tribal Tech” e “sideman” di fiducia per influenti jazzisti quali Joe Zawinul, Chick Corea e Jean Luc Ponty.

Cresciuto in bilico tra il jazz, da cui ha assimilato la tecnica ed il gusto, e il rock, da cui trae la sua inesauribile potenza,Scott, con la sua “chitarra che canta, urla, piange, corre e vive”, torna in scena live accompagnato da due fuoriclasse,Romain Labaye al basso e Archibald Ligonniere alla batteria, entrambi protagonisti ritmici che, perfetti come gli ingranaggi di una macchina asseconderanno il leader e con lui costruiranno un intenso e perfetto interplay.

Henderson, con la sua con la sua carica e con i suoi fraseggi, varcherà di nuovo il confine tra jazz e blues, talvolta con ritmi arditi per velocità e contenuto, scivolando con naturalezza da una scala Jazz obliqua ad una Blues o Araba, talora da un bending assassino tirato in distorsione, oltre il limite della sopportazione. Le atmosfere saranno arricchite da un delay corposo o un tapping frenetico, fino ad allentare la tensione con accordi più morbidi e meno criptici.

 

Lo spettacolo sarà caratterizzato da una musica forte e curatissima nei dettagli, piena di contaminazioni e sperimentazione, complessa ed ermetica a tratti, ma anche più melodica e lineare in altri punti.

 

“Quattro chili e mezzo di barbe su due facce da Blues…” invece caratterizzeranno l’opening act, affidato al “Power Duo Blues”, con  Vincenzo Tropepe e Domenico Canale in un suggestivo live in acustico armonica e chitarra. Tropepe, affermato musicista blues calabrese che ben coniuga le parole e la musica dei neri d’oltre oceano, che favorisce l’improvvisazione assieme ad un altro ed altrettanto bravo musicista blues calabrese,  Domenico Canale. Un concerto che spazia dal classico blues del delta al rock ‘n’ roll, con standard che vanno da Robert Johnson a Sonny Boy Williamson, da John Mayall per poi tornare a Muddy Waters.

 

Il Baronissi Blues Festival, con la direzione artistica di Fabio Clarizia, è promosso e organizzato dall’associazione culturale“Tutti Suonati”, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Baronissi. Il Festival gode inoltre del patrocinio morale dell’Assessorato allo Sviluppo e Promozione del Turismo della Regione Campania.

Per info: www.baronissibluesfestival.com  FB: @baronissibluesfestival
 

 

Biografia Scott Henderson:

Nato neI 1954 a West Palm Beach in Florida, SCOTT HENDERSON inizia a suonare la chitarra all’ età di dodici anni, prendendo esempio ed ispirazione da maestri dello strumento quali: Jimi Hendrix, Jimmy Page, Ritchie Blackmore, Alfred e B.B. King. Frequentando il Palm Beach Community College e la Florida Atlantic University inizia ad avvicinarsi all’idioma jazz che diventa il suo interesse principale nel momento in cui si trasferisce al Guitar Institute of Technology di Los Angeles. Durante quest’ultimo periodo viene notato da Allan Holdsworth che lo presenta al violinista Jean Luc Ponty. Seguono prestigiose collaborazioni quali quelle con l’Elektric Band di Chick Corea e il Joe Zawinul Syndicate (più di quattro anni con il mitico fondatore dei Wheater Report, assieme ad un altro grande, Wayne Shorter).

Il consacramento ufficiale di “stella del firmamento fusion” arriverà con la creazione dei ” Tribal Tech “, nel 1984: al basso c’è Gary Willis, alla batteria e alla voce Kirk Covington e alle tastiere Scott Kinsey. Una band che lascia ampio spazio all’improvvisazione e mette in mostra un sound originale e ricco di riferimenti fusion-elettro-jazz-blues. Con questa formazione Henderson ha inciso dieci albums dei quali uno (Face First, BlueMoon Records) è stato votato dalla rivista “Pulse!” miglior disco fusion del 1993. Subito dopo questo riconoscimento avviene l’inaspettato e sorprendente cambio di rotta.

Nel 1991 viene eletto da “Guitar World” come il chitarrista jazz n. 1 al mondo e nel gennaio del 1992 viene nominato n. 1 da “Jazz Guitarist” nella selezione annuale dei lettori. Nel 1994 torna alle sue passioni più giovani: quasi per gioco registra “Dog Party” (1994, Mesa Records) insieme alla leggendaria vocalist Thelma Houston ed è un lavoro prettamente blues, anch’esso premiato all’unanimità dalla critica del settore. Convinto da tanti consensi sceglie di approfondire la sua esperienza in questo campo incidendo “Tore Down House” (1997, Mesa Records), granitica raccolta dove il meditato e sofferto sound del Delta incontra quello più brioso e ruvido del Texas. Proprio in questi anni intraprende una lunga tourneé di tre anni insieme al bassista John Humphrey e al batterista dei Tribal Tech Kirk Covington con i quali propone brani dal suo repertorio blues e jazz. Altro progetto artistico di questo periodo è “Vital Tech Tones”, trio composto anche dal bassista Victor Wooten e dal batterista (ex Journey/Vital Information) Steve

Journey, con il quale realizza due album.

Nel 2005 esce per l’etichetta Olandese Mascot Records il primo CD DAL VIVO del Trio

intitolato “SCOTT HENDERSON LIVE” . L’etichetta Columbia ha prodotto due video didattici “Jazz Fusion Improvisation” e “Melodic Phrasing”. Scott Henderson Guitar Books, è invece una collezione di trascrizioni di alcune sue composizioni ed è disponibile tramite Hal Leonard

Publishing.

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