E’ in corso lo sciopero generale dei medici. A rischio visite e interventi. garantite invece le prestazioni d’urgenza.
Sciopero medici: sindacati, adesione almeno al 75% – Sarebbe di almeno il 75% l’adesione allo sciopero in corso oggi di medici, pediatri e veterinari del servizio pubblico. Lo rendono noto, sulla base dei primi dati, i sindacati di categoria Anaao e Fimmg, rispettivamente dei medici ospedalieri e di famiglia.
Sciopero medici: anestesisti, 40mila interventi saltati – Sono almeno 40mila gli interventi chirurgici saltati oggi a causa dello sciopero. Lo ha affermato il presidente dell’Aroi, il sindacato degli anestesisti, Alessandro Gargallo, durante il sit in di protesta al San Camillo a Roma. “Noi siamo la categoria più interessata dalle ragioni dello sciopero, abbiamo avuto una adesione altissima, dell’80%, di tutti i medici che non potevano essere precettati. Sono saltati almeno 40mila interventi di elezione, ma siamo riusciti a garantire senza problemi le urgenze”.
Le assunzioni in Sanità per fare fronte alla direttiva Ue che impone stretti limiti all’orario di lavoro dei medici, alla fine, ci saranno. Dopo 48 ore di acceso dibattito, la cancellazione dell’emendamento iniziale presentato dal governo e la sua riformulazione, è arrivato il via libera al nuovo testo dalla commissione Bilancio del Senato: in sostanza si prevedono, da subito, la possibilità di assunzioni a tempo determinato o flessibili, mentre, solo dopo una verifica della situazione del fabbisogno, è prevista la possibilità di indire concorsi per assunzioni a tempo indeterminato.
Il nodo centrale, che spiega il difficile iter per questo emendamento, sta nelle risorse necessarie a garantire l’assunzione dei medici, parte dei quali saranno i precari ‘storici’ del settore. Nella prima versione dell’emendamento governativo, infatti, si prevedeva che la copertura dovesse derivare dagli attesi risparmi da concretizzare attraverso le norme relative alla responsabilità medica – anch’esse inserite nella Legge di Stabilità – finalizzate ad evitare gli altissimi costi della cosiddetta medicina difensiva. Un impianto che evidentemente non ha convinto, tanto che il governo ha proceduto ad una riformulazione dell’emendamento.
A spiegarne la ratio è stata lo stesso ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: ”Abbiamo cambiato il sistema alla base delle assunzioni, non più legate alla legge sulla responsabilità dei medici e cioè alla riduzione della medicina difensiva. I fondi arriveranno invece dai risparmi generati da altri provvedimenti entrati in stabilità: su appropriatezza, centrali uniche di acquisto, piani di rientro delle Asl in deficit”. Risparmi che sono in capo alle regioni: ”Penso – ha detto il ministro – che le regioni non avranno problemi a recuperare i 300 milioni necessari, perchè abbiamo permesso gli strumenti per le assunzioni previste. È una scommessa che le Regioni possono assolutamente vincere”.
Una posizione contestata però dall’assessore alla Sanità del Veneto, Luca Coletto: “Il governo trova sempre il modo, a parole, di trovare i soldi per tutto e per tutti. La realtà è che il ministro Lorenzin non può non sapere che i soldi non ci sono. Basta con il gioco delle tre carte”. Sulla stessa linea sono i sindacati medici – che oggi sono in sciopero generale – i quali affermano come ”nell’emendamento non si identificano fondi certi, ma derivanti da risparmi tutti da verificare”. Inoltre, avvertono ”sembra siano consentiti contratti cocopro che il job act ha cancellato per il privato e che rappresentano un danno per i medici. Noi abbiamo chiesto e continueremo a chiedere con forza contratti a tempo determinato”.
Altra novità è poi stata anche l’approvazione di un emendamento presentato dal ministero della Salute con l’obiettivo di rendere più facile ed ‘esigibile’ il diritto di cura dei pazienti al di fuori della regione di residenza. Diventano infatti obbligatori gli accordi bilaterali tra regioni per la mobilità sanitaria interregionale. Uno stanziamento è stato infine previsto per favorire i pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico: ”Grazie al Movimento 5 Stelle – ha annunciato M5S tramite la deputata Silvia Giordano – nel 2016 lo Stato destinerà 5 milioni di euro a un Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico, gestito dal ministero della Salute.
Lo sciopero dei medici è la conseguenza inevitabile delle politiche del governo: la sanità pubblica continua a essere tagliata, il diritto alla salute leso e i medici devono svolgere, in condizioni sempre più difficili, il delicato ruolo di cuscinetto di compensazione tra i bisogni dei cittadini e il mancato sostegno da parte del governo.
Al di là dei proclami dell’esecutivo e del suo ministro della Salute, il Servizio Sanitario Nazionale continua ad essere tagliato e le prestazioni sanitarie vengono messe seriamente in pericolo.
Già martorizzati dalla recente direttiva europea, i medici sono costretti a reagire. In Commissione Affari sociali e in Aula il M5S sta cercando in tutti i modi di far approvare emendamenti a favore della salute dei cittadini e del lavoro del personale sanitario, ma a quanto pare al governo interessa solo fare proclami e tagliare i servizi fondamentali.”