Da Claudia Contaldi riceviamo e pubblichiamo:
Una situazione alla “Peppone e Don Camillo”, quella che si sta vivendo in questi giorni di campagna elettorale a Scafati. Il problema è che qui sono ben 8 i candidati scesi in campo per ricoprire la carica di primo cittadino.
La sinistra e la destra sono spaccate. Il sindaco ricandidato. Il vicesindaco Salvati, dopo 4 anni e 10 mesi di governo al suo fianco, gli si schiera contro, candidandosi anche egli e dichiarando guerra. Al suo fianco Mario Santocchio, noto personaggio della provincia salernitana, che, avendo perso le elezioni come candidato sindaco diversi anni fa, si è poi dedicato al risanamento della società dei trasporti CSTP. Diverse le voci sui suoi misfatti ma le sue ambizioni personali hanno permesso che si ipotizzasse una sua candidatura alla camera. Ora propone la costruzione di un centro commerciale in un terreno scafatese di sua conoscenza e la sua elezione a consigliere comunale. La lotta si fa agguerrita. Di sicuro non sarà stata a lui gradita la bocciatura, sabato scorso, del progetto del centro commerciale, da parte del consiglio comunale. In una città già provata dalla crisi economica e dai grandi magazzini aperti a pochi passi da essa, l’apertura di un nuovo centro darebbe si qualche posto di lavoro in più ma farebbe chiudere molte piccole imprese locali, riducendo sicuramente l’occupazione. Danno irreparabile per la popolazione.
E così per ripicca il metodo utilizzato anni addietro dall’opposizione di Santocchio durante le elezioni ora viene riutilizzato contro l’amministrazione vigente: volantini diffamatori riproducono in modo satirico l’opuscolo informativo “Orgogliosi di Scafati”. Nella realtà contiene tutte le grandi opere portate a termine o ancora in atto, dal Sindaco Aliberti. Nella formula riproposta invece in questi giorni, ci sono pesanti accuse contro la famiglia di quest’ultimo e la gestione degli affari passati per il comune.
L’ex primo cittadino Nicola Pesce di sinistra si ricandida dopo 10 anni di governo ed altrettanti di riposo, promettendo il cambiamento. Forse il tempo non gli è bastato per apportare qualche piccola miglioria ed ora vorrebbe rimettersi in gioco.
A tenergli testa, l’altro candidato della sinistra Vittorio D’Alessandro che dopo un sudatissimo ping pong, tra gli azzurri, con i quali era schierato alle scorse elezioni, e la sinistra, sceglie di mettersi in gioco con Primavera non Bussa. Appoggiato dall’idolo dei giovani democratici, poco conosciuto invece tra gli altri giovani della città, comuni mortali poco avvezzi alla politica, Michele Grimaldi. Dalla loro parte anche Ingroia, arrivato nella loro sede giorni addietro, la giornalista Capacchione e la “stretta di mano con Renzi”. Tante persone poco frequentanti Scafati, che addirittura affermano di conoscerla perché simile alle degradate città del casertano, giungono da ogni dove per sostenere e dimostrare il peso politico del D’Alessandro.
Altri candidati meno forti o poco conosciuti, tutti aspirano alla carica di primo cittadino. Ma qualcuno si è veramente chiesto se è in grado di rappresentare l’intera popolazione scafatese. Se ha le qualità politiche e soprattutto morale per ben governare la città.
L’opposizione spera nel ballottaggio. Il sindaco uscente contro gli altri sette, uniti per non permettergli la vittoria. E dopo?
Qualora vincesse questa maxi coalizione? Sceglierebbero un giorno a testa della settimana per governare tutti insieme o litigherebbero per affermare la propria supremazia, incuranti dei reali bisogni della città? E’ questo forse il bene comune?
Claudia Contaldi