La Guardia di Finanza di Ortona ha sequestrato 16.000 prodotti tra smartphone, computer, monitor e altri gadget di grandi marchi come Samsung, Apple e Huawei risultati tutti contraffatti. Il mercato delle contraffazioni non si ferma e, ad oggi, rappresenta uno dei rischi più elevati per i guadagni della grande industria e per la sicurezza dei dati delle persone.
Un problema sorto già ad inizio 2020 a causa dell’elevata domanda di prodotti da parte del mercato, che non ha trovato altrettanta risposta da parte delle aziende produttrici di dispositivi. Complice l’incremento d’acquisto dato dalla pandemia per la necessità, da parte delle persone, di avere una funzionalità maggiore nel lavoro svolto in remoto.
Da inizio pandemia le richieste di nuovi hardware sono letteralmente esplose, raggiungendo livelli mai visti prima d’ora. Tra i dispositivi più gettonati troviamo webcam, monitor, stampanti, tastiere, tablet, pc portatili, smartwatch e, ovviamente gli smartphone, che risultano però anche tra i prodotti maggiormente falsificati.
Un mercato, quello della contraffazione, che cerca di approfittarsi di quei gap nella fornitura dei prodotti originali e che vede, tra i suoi sostenitori, aziende secondarie specializzate nel riciclaggio di componenti vecchi e usurati, inseriti all’interno di case copiati in base ai modelli di ultima generazione.
Non si colloca bene l’Italia che, in questo settore, si trovava al primo posto europeo per prodotti falsificati già nel 2017. La dichiarazione, avvenuta in seguito a un’indagine svolta dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), sosteneva che solo per il settore smartphone la presenza di dispositivi contraffatti sul mercato aveva portato, già all’epoca, una perdita totale pari a 885 milioni di euro.
Ecco quindi uscire l’ennesimo caso di truffa, rilevato nella provincia di Chieti, in Abruzzo, in cui la Guardia di Finanza ha scoperto un negozio online e un magazzino contenente 16 mila prodotti contraffatti dei più grandi marchi dell’hi-tech. I nomi dei principali marchi falsificati sono Samsung, Apple e Huawei e di cui, i truffatori, spacciavano dispositivi come smartphone, batterie, computer e monitor Huawei di ultima generazione.
Dispositivi altamente richiesti sul mercato ma che al loro interno contenevano componenti non originali e privi di sicurezza per i clienti. Le fiamme gialle assieme ai militari sono riusciti a ricostruire la filiera commerciale dei fornitori, arrivando a scoprire dispostivi con simboli non originali nascosti da adesivi o ricoperti da una patina che aveva il compito di nascondere il logo di un altro produttore. Ulteriori gadget sono stati poi trovati sprovvisti delle indicazioni previste dal Codice di Consumo per la tutela dei consumatori finali.
La Procura della Repubblica di Lanciano ha avviato ora una denuncia e una segnalazione alla Camera di Commercio, diretta ai proprietari del magazzino e degli e-commerce per reati di commercializzazione di marchi contraffatti.
Attenzione quindi, avvisano gli esperti, ad acquistare dispositivi a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato e che rischiano, oltre che di non essere del valore richiesto, di far incorrere il cliente nel reato di incauto acquisto (Art. 712 del Codice Penale) per chi compra cose che, per la loro qualità o il basso prezzo, devono far sospettare l’illecita provenienza dello stesso.