A seguito dell’ammissione al finanziamento del progetto “Pending: Promozione del benessere nella salute mentale attraverso un modello di riabilitazione cognitiva per il trattamento precoce dei disturbi psichici gravi”, presentato dall’Asl a seguito dell’avviso pubblico per il “Potenziamento del sistema di 1° e 2° accoglienza Tutela della salute dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità”, si ritiene utile illustrare il progetto nei dettagli.
La salute mentale della popolazione dei richiedenti e titolari di protezione internazionale RTPI ( rifugiati temporaneamente presenti) rappresenta l’emergenza nell’ambito della sanità pubblica su tutto il territorio nazionale ed europeo. Infatti, nell’ultimo rapporto pubblicato su Nature, oltre al Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD) la popolazione dei rifugiati presenta elevato rischio di ansia, depressione e schizofrenia. Tra i fattori di rischio per la salute mentale dei rifugiati si evidenzia la provenienza da regimi totalitari, lo specifico contesto peri-migratorio (storia traumatica, abusi, violenze, lutti e torture), il viaggio migratorio (rotta migratoria, durata e condizioni del viaggio) e le condizioni di prima accoglienza nella fase post-migratoria. Il target maggiormente a rischio di sviluppo di disturbi psichici gravi e con decorso cronico è rappresentato da: vittime di tortura e di violenza estrema, donne vittime dello sfruttamento sessuale, bambini e minori stranieri non accompagnati. Recenti studi hanno ampiamente dimostrato che condizioni di stress prolungato attivano una sofferenza psicofisica in grado di ledere significativamente i neuroni di una delle strutture cerebrali più importanti, l’ippocampo, determinante nei processi di memoria, meta cognizione e regolazione affettiva. . Il target maggiormente a rischio di sviluppo di psicosi è rappresentato dai minori stranieri non accompagnati e dai bambini, in un’età compresa tra gli 8 e i 16 anni. Il Progetto PENDING dell’asl di salerno finanziato dal Ministero dell’Interno ha l’ambizione di potenziare gli interventi di prevenzione, promozione e tutela della salute dei RTPI(rifugiati temporaneamente presenti) precisamente sulle migliori evidenze scientifiche di efficacia per la salute mentale e per ridurre le diseguaglianze.
In particolare, attraverso la strutturazione e validazione di un protocollo di intervento da implementare all’interno del Sistema di Erogazione dei servizi a favore dei RTPI sia da parte delle Strutture del Sistema Sanitario Regionale che da parte di tutti i soggetti coinvolti nel Sistema dell’Accoglienza si intende rispondere alla esigenza territoriale di avere un Modello standardizzato e scientificamente validato che, messo a disposizione del Ministero dell’Interno possa poi essere uno strumento replicabile all’interno di tutti i contesti nazionali per la risposta specifica alle problematiche connesse alla salute mentale dei Richiedenti e Titolari di Protezione Internazionale.
L’originalità della nostra proposta risiede nell’assoluta innovatività della valutazione multidimensionale comprendente gli aspetti cognitivi mai osservati all’interno di un target specificatamente vulnerabile, sia per le esperienze traumatiche che caratterizzano le singole esperienze nei paesi di origine sia nell’ottica di intervenire precocemente, al fine di migliorare gli interventi sanitari erogati durante il lungo ed importante periodo post-migratorio da parte del sistema sanitario nazionale. Inoltre, la prototipizzazione di un intervento di riabilitazione specifico e mirato, finalizzato all’aumento dell’insight e della consapevolezza nella popolazione dei richiedenti e titolari di protezione internazionale, determinerebbe un impatto secondario nella riduzione dello stereotipo e del doppio pregiudizio sia sull’alterità straniera che sul disagio, riducendo la frequenza di ricaduta degli stati di acuzie, ottimizzando i costi sanitari del nostro territorio. Infine, sarà significativa in termini di ricaduta sulla prevenzione del burn-out del personale preposto all’erogazione dell’assistenza sanitaria, socio-psicologica e socio-assistenziale.
L’obiettivo di Pending è il rafforzamento e potenziamento della reta dei servizi di salute mentale del territorio attraverso la sperimentazione di un intervento riabilitativo focalizzato sul potenziamento delle risorse cognitive dei RTPI e sull’aumento della consapevolezza di malattia al fine di ridurre i fattori di ostacolo al progetto di inclusione sociale.
Infine:
Le province di Salerno ed Avellino rappresentano insieme circa il 57% dell’estensione del territorio dell’intera Campania nonchè il 51% del numero di Comuni dell’intera Regione Campania(dati ISTAT). Sono n.10 i Dipartimenti di Salute Mentale disseminati sul territorio campano, tutti coinvolti nel progetto in modo diretto o indiretto, che comprendono 194 strutture, 91 servizi territoriali (1,9/100mila abitanti), 51 servizi residenziali (1,1/100mila abitanti) e 52 servizi semiresidenziali (1,1/100mila abitanti) dei quali il 45% afferisce ai territori di Salerno e Avellino. Dal 2017 tantissimi sono i Comuni delle Pv di Salerno ed Avellino che hanno aderito al programma di II accoglienza diffusa promossa dal Ministero dell’Interno aderendo alla rete SPRAR. Secondo i dati a disposizione a gennaio 2018, sono attivi 24 SPRAR su Salerno e 14 su Avellino(fonte Servizio Centrale dello SPRAR), 54 Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS); 2 hub/progetti per un totale di 10 comunità alloggio destinati a MSNA- Minori Stranieri Non Accompagnati; 1 progetto (3 case protette) destinato a donne vittime di tratta, per un totale di 3.576 persone accolte nei servizi di accoglienza, motivo per il quale il progetto PENDIG vede la collaborazione in partnership oltre che dell’Istituto Psicoanalitico per le ricerche sociali CIDIS Onlus, del LA RADA Consorzio di Cooperative Sociali s.c.s. e della Fondazione Santa Lucia IRCSS, anche dell’Azienda Sanitaria Locale di Avellino.